PESARO «Biolaboratorio alla Torraccia, dopo la protesta nazionale, tutti gli occhi d’Italia sono su Pesaro. Ora serve chiarezza dall’Istituto Zooprofilattico: nessuna stalla per animali destinati alla sperimentazione, o ci opporremo anche noi. Sì alla ricerca innovativa», è il messaggio delle associazioni animaliste e ambientaliste. Il dibattito non si può certo fermare ora, in attesa del parere del Tar. E infatti, a rilanciare la questione, ieri ci hanno pensato Lav, Enpa e Oipa nelle sezioni provinciali, Eze (Ente Zoofilo Ecologista) e La Lupus in Fabula.
Cosa è previsto
«E’ grande l’opposizione dell’opinione pubblica in seguito all’acquisto di un terreno da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, per la realizzazione di un laboratorio di tipologia Bsl3.
Le associazioni ricordano di essersi «immediatamente mosse per evitare e contrastare l’apertura di un altro laboratorio di sperimentazione di animali unendosi alle proteste dei cittadini e alcuni esponenti delle istituzioni locali; apertura che, oltretutto, è in totale antitesi con quanto richiesto dalla legge nazionale che promuove una ricerca basata su modelli alternativi.
Grande l’eco mediatico della manifestazione appena conclusa che ha visto la partecipazione di migliaia di persone radunatesi a Pesaro il 1° maggio da tutta Italia per esprimere il proprio dissenso e preoccupazione verso un progetto le cui finalità non sono state ancora del tutto chiarite - incalzano - Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra completa contrarierà a qualsiasi attività che preveda il coinvolgimento e la sofferenza di animali a fini di sperimentazione o che possa causare danni all’ambiente o all’uomo.
Allo stesso modo vogliamo esprimere il nostro supporto al progresso della ricerca scientifica e crediamo fortemente che un centro come l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche possa, e debba, utilizzare le proprie competenze per creare un polo di riferimento per i modelli sostitutivi e per gestire situazioni di emergenza sanitaria, come ad esempio la brucellosi canina».
Le associazioni ribadiscono la richiesta «al direttore dell’Istituto Zooprofilattico, il dottor Caputo, di garantire ufficialmente che il progetto non prevederà la costruzione di stabulari atti a detenere animali destinati a sperimentazione e che verranno costruiti e autorizzati locali destinati esclusivamente per la sicurezza sanitaria. Auspichiamo in un incontro con le istituzioni comunali al fine di fare chiarezza su una situazione che sta allarmando i cittadini e gli enti di tutela animale e ambientale, e su cui abbiamo il diritto ad una maggiore trasparenza. Ribadiamo, inoltre, la nostra disponibilità nel supporto e alla messa a punto e sviluppo di laboratori che si occupino di ricerca human-based nel pieno interesse della salute pubblica e della tutela degli animali».
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