Emergenza idrica, si temporeggia sul pozzo della discordia: il Burano resta aperto ma a portata ridotta

Emergenza idrica, si temporeggia sul pozzo della discordia: il Burano resta aperto ma a portata ridotta
Emergenza idrica, si temporeggia sul pozzo della discordia: il Burano resta aperto ma a portata ridotta
di Chiara Azalea
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Giovedì 9 Settembre 2021, 07:35

PESARO - Il pozzo della discordia continua a elargire acqua e polemiche: la costa con il sindaco di Pesaro Matteo Ricci vorrebbe portare il Burano a una erogazione permanente da 30 a 100 litri al secondo. L’entroterra, con i suoi primi cittadini, preme per la chiusura. La decisione è temporeggiatrice: il pozzo resterà al momento aperto a 150 litri al secondo, in attesa di arrivare a una progressiva chiusura. La decisione dopo la richiesta, formalizzata dai sindaci di Cagli e Cantiano a Protezione Civile, all’Aato e al presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, della chiusura immediata del pozzo del Burano. 

Che cosa succede

«Il pozzo è ancora aperto, nell’ultimo comitato di Protezione civile si è disposta però la riduzione del prelievo dagli attuali 300 litri al secondo, quelli previsti dal 6 agosto, a 150 litri, con l’impegno di rivedersi a breve per poter arrivare alla chiusura - ha commentato il sindaco di Cantiano Alessandro Piccini - siccome le previsioni meteo non rassicurano sulle precipitazione future si è deciso di andare avanti a 150 litri al secondo».
La battaglia
Il pozzo continuerà dunque a erogare, quindi, tenendo con il fiato sospeso un intero territorio che, da anni, si batte per la difesa di questa preziosa falda profonda che, sempre più spesso, viene utilizzata come serbatoio di emergenza per tamponare la oramai consuete crisi idriche. «Un’unica rassicurazione in questa scelta è che, comunque, avendo il sistema di monitoraggio puntuale sui valori di pressione e temperatura, si è visto che, nonostante i giorni di apertura e stress con 300 litri al secondo, come pressione si mantiene il livello, facendoci pensare a capacità di recupero molto veloci dell’acquifero» continua Piccini.

Nel frattempo, tutti i Sindaci dell’Unione Montana del Catria e del Nerone si sono riuniti per lavorare a un documento da inviare all’Aato con richieste dai toni perentori. «La discussione non può essere solo sull’invaso, servono da subito strategie di azione chiare e precise che ci portino a scongiurare, o almeno ritardare, una nuova emergenza il prossimo anno. Se fra un anno dovessimo ritrovarci ancora in questa situazione le nostre risposte potrebbero essere diverse» commenta il Presidente dell’Unione Montana Alberto Alessandri. «Pulizia degli invasi, riduzione delle perdite, limitazione degli sprechi, cultura al rispetto dell’acqua, protocolli con la prefettura per avere controlli veri sulle captazioni abusive. Questi e tanti altri gli interventi da pianificare, da subito, che possano posticipare di 30/40 giorni la crisi idrica» conclude Alessandri. Ad infuocare il dibattito le recenti dichiarazione del sindaco Ricci al quale è arrivata puntuale, tra le altre, la risposta del Consigliere regionale dei Civici Marche Giacomo Rossi.

Rossi dei Civici

«Ricci prima di parlare di mega invasi o di apertura della riserva idrica strategica del Pozzo del Burano approfondisca le alternative che cittadini, associazioni e numerosi rappresentanti politici di quasi tutti gli schieramenti stanno proponendo da tempo ad Aato, gestori ed istituzioni – commenta Rossi - inoltre faccio notare al sindaco che davanti a casa sua, nel suo mare, senza pregiudicare le riserve interne e i nostri fiumi, avrebbe una riserva infinita di acqua da poter desalinizzare».

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