Pesaro, due pensionati su tre sotto la soglia di povertà: tagliano le spese e rinunciano alle cure

Pesaro, due pensionati su tre sotto la soglia di povertà: tagliano le spese e rinunciano alle cure
Pesaro, due pensionati su tre sotto la soglia di povertà: tagliano le spese e rinunciano alle cure
di Luigi Benelli
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Mercoledì 26 Agosto 2020, 03:40

PESARO - Due pensionati su tre sotto la soglia di povertà nella provincia di Pesaro e Urbino. Le donne risultano svantaggiate e le rinunce sulle cure e la spesa preoccupano. Se i pensionati rappresentano un paracadute sociale per nipoti e figli, nel territorio la situazione è di allarme. 

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I dati Inps elaborati dall’Ires Cgil Marche indicano che sono 119 mila le prestazioni pensionistiche e assistenziali attualmente erogate dall’Inps nella provincia di Pesaro Urbino, e di queste 60 mila sono le pensioni di vecchiaia (pari al 50,4% del totale), oltre 10 mila sono le pensioni di invalidità (8,9%), 23 mila le pensioni ai superstiti (19,1%), quasi 4 mila le pensioni/assegni sociali (3,2%) e 22 mila sono le prestazioni a invalidi civili (18,4%). E’ quanto emerge dai dati dell’Inps sulle pensioni vigenti nel 2020 (escluse le gestioni dei lavoratori pubblici), elaborati dall’Ires Cgil Marche riguardanti la nostra provincia.
 
Dal 2016 il numero delle pensioni complessivamente erogate nella provincia è diminuito del 2,2%, pari a circa 2 mila prestazioni in meno. Le cifre sono basse. L’importo medio delle pensioni vigenti nella provincia di Pesaro Urbino è di 787 euro lordi, con valori medi che variano dai 1.056 euro delle pensioni di vecchiaia ai 417 euro delle pensioni e assegni sociali. L’importo medio delle pensioni di vecchiaia nella provincia è il più alto delle Marche (45 euro mensili in più della media regionale) ma di molto inferiore a quello nazionale ( -168 euro lordi). 
Il divario
Significativa è la differenza tra uomini e donne relativamente all’importo della pensione di vecchiaia: se i primi percepiscono 1.317 euro lordi, le donne arrivano a 731 euro, pertanto queste ricevono mediamente 586 euro in meno ogni mese (-43,7% rispetto agli uomini). Nella provincia di Pesaro Urbino 79 mila prestazioni pensionistiche, pari al 65,9% del totale, sono inferiori a 750 euro al mese: dunque, 2 pensionati su 3 percepiscono un importo che non consente loro di superare la soglia della povertà. Anche da questo punto di vista si confermano notevoli differenze di genere: gli uomini con pensioni fino a 750 euro sono il 46% del totale, mentre per le donne tale percentuale sale al 79,6%. “Siamo in un territorio di artigiani e lavoratori spesso indipendenti, con bassi redditi e ciò si riflette in pensioni sotto la soglia di povertà - spiega katia Rossetti dello spi Cgil - le donne interrompono il lavoro o riducono le ore per la cura dei figli, questo spiega l’enorme disparità di genere nelle pensioni. Socialmente la situazione è delicata perché i pensionati sono un sostegno per i figli e nipoti ma il potere di acquisto si sta riducendo sempre di più. Si va in pensione sempre più tardi e con meno contributi versati. Negli anni sarà peggio, occorre ripensare un modello di sviluppo. Oggi ci sono anziani che rinunciano a curarsi per mancanza di soldi o riducono la qualità e quantità della spesa per il mangiare.
Le abitazioni
« Quanto alle abitazioni non possono permettersi ristrutturazioni di vecchi stabili e confront”. Nello stesso periodo si è notevolmente innalzata l’età media dei percettori delle pensioni di vecchiaia. Ciò è particolarmente evidente per coloro che sono stati lavoratori dipendenti: i pensionati con meno di 65 anni di età sono appena l’11,9% del totale, mentre coloro che hanno oltre 80 anni sono passati dal in cinque anni dal 32% al 36,6%.

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