Dalla prima linea Covid alla pensione, il dottor De Santi: «Rete d'assistenza da riformare»

Dalla prima linea Covid alla pensione, il dottor De Santi: «Rete d'assistenza da riformare»
Dalla prima linea Covid alla pensione, il dottor De Santi: «Rete d'assistenza da riformare»
di Letizia Francesconi
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Giovedì 1 Dicembre 2022, 02:55

PESARO - Dottor Danilo De Santi, cosa lascia in eredità della sua lunga esperienza come medico sempre in prima linea?
«Oggi (ndr, ieri per chi legge) è stato il mio ultimo giorno da medico di famiglia e lascio, al raggiungimento del 70esimo anno, come da norma nazionale che regola la medicina generale, ma non senza dispiacere».

Perché?
«Perché se ce ne fosse stata l’opportunità, avrei continuato volentieri a visitare pazienti vecchi e nuovi ancora per qualche anno, ma queste sono le regole.

Una cosa è certa i miei pazienti e altri che arriveranno possono stare tranquilli, perché lascio tutto nelle buone mani, di medici giovani ma preparati, che hanno visto e affrontato nelle case dei pesaresi l’emergenza Covid e l’ultima ondata di un anno fa, quando la campagna vaccinale proseguiva fra no vax e Green pass».

Chi ci sarà, d’ora in poi, nello studio di via Branca?
«Nello studio di via Branca ci saranno tre medici di età compresa fra i 35-40 anni come la dottoressa Cadegiani, con cui da tempo collaboravo personalmente, Gregorio Bucci anche coordinatore delle unità speciali Usca nelle tre ondate, e la dottoressa Sara Pascucci».

Da medico e da uomo, quali sono le esperienze che più si porta dentro di questi anni?
«I due anni del Covid hanno segnato uno spartiacque nel modo di pensare, fare il medico e dedicarsi alla medicina anche per quanti come me avevano alle spalle tanti anni di esperienza. Tempi bui, quando ho visto morire nella prima grande ondata tanti miei pazienti ma anche amici e colleghi medici». 

Anche lei si è contagiato.
«Mi sono contagiato a marzo 2020, quando le Usca iniziavano a girare per le famiglie, e ricordo che dal letto rispondevo a tantissime chiamate di chi si curava da casa o chi da giorni e settimane aspettava la visita dei medici Usca, di un tampone o perché dovevano essere ricoverati». 

Ha partecipato all’ultima riunione
«Ieri è stata l’ultima riunione da coordinatore dell’équipe medica. Devo dire che con la direttrice del Distretto sanitario Elisabetta Esposto, siamo stati i primi a vaccinare nelle Rsa o case di riposo, ad iniziare da via Spada e Casa Padre Damiani. Per mesi poi sono proseguiti i vaccini a domicilio ad anziani e fragili. Una fase, fra pandemia ancora in corso e campagna vaccinale, non facile da gestire».

E ora cosa resta da fare, e quali i nodi aperti per la medicina territoriale? 
«Probabilmente continuerò a esercitare da privato in poliambulatorio con la mia specializzazione di medico gastroenterologo. Mi auguro che la politica regionale metta mano al problema e al riordino della rete di assistenza, ad iniziare dalle Guardie mediche ancora sguarnite, e destini più medici usciti dalle scuole di specializzazione, ai Comuni dell’entroterra, dove i pensionamenti al momento non vengono sostituiti».

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