PESARO - Fa rumore il caso del disabile Alessandro Moneti, 26 anni, e della sua famiglia ai quali è stato ordinato lo sgombero dell’abitazione in cui vivono e la consegna delle chiavi. Domani alle 10 l’avvocato Alberto Pratelli, custode giudiziario nel procedimento di esecuzione immobiliare del tribunale, si presenterà insieme alle forze dell’ordine nell’appartamento di via per Soria, dove l’agricoltore in carrozzina risiede insieme ai genitori Giuseppe e Rosanna e al fratellino minore di 13 anni, e farà liberare l’appartamento, pignorato e venduto all’asta l’estate scorsa e di recente assegnato al nuovo proprietario. Tutti fuori, ha ordinato il giudice.
Il provvedimento
Un provvedimento dovuto, ma che avrebbe una tempistica non troppo rispettosa delle condizioni economiche e di gravissimo disagio in cui si trova la famiglia Moneti.
«Cosa succederà mercoledì mattina? Sicuramente combatteremo, ma non perché ci rifiutiamo di liberare l’abitazione, questa non è più casa nostra e dobbiamo lasciarla - mette in chiaro Alessandro affiancato da papà Giuseppe -. Non molliamo perché questo è un accanimento contro di noi. Il tribunale non può mandarci via in così poco tempo, è passato solo qualche mese dalla vendita all’asta dell’estate scorsa, non ci è stato dato un periodo sufficiente per fare tutto. Siamo alla ricerca di una nuova soluzione abitativa, abbiamo fatto anche domanda in Comune per la casa popolare, ma i tempi sono troppo lunghi. Poi il nuovo appartamento va adattato alle mie esigenze, in modo che possa gestirmi anche da solo, e dobbiamo organizzare il trasloco».
La piccola azienda
La famiglia Moneti, che per vivere ha avviato la piccola azienda agricola ”Dal nonno Giorgio” a Villa Ceccolini, chiede più tempo per trovare un nuovo alloggio. «L’avvocato conosce i problemi e le ragioni per cui non riusciamo in breve tempo a sgomberare l’abitazione - spiega Alessandro -. Lui però, o chi per lui, si sta accanendo troppo nei nostri confronti, siamo piegati dai debiti e dalle spese per le mie cure. E purtroppo non abbiamo nessuna possibilità per andare via di casa così su due piedi, altrimenti lo avremmo già fatto. Ci vogliono sfinire, avevamo chiesto all’avvocato di non caricarci di tutti questi problemi. Ma niente da fare». Un caso disperato, quello di Alessandro, che ha commosso un po’ tutti. «La famiglia va sostenuta - manifesta solidarietà il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Biancani -, è necessario mettersi una mano sul cuore, serve collaborazione tra pubblico e privato per un aiuto economico nella vita quotidiana. I genitori hanno dovuto affrontare le spese per la riabilitazione da soli, senza alcun sussidio».