Disabile travolto e ucciso, insulti e offese sui social: la famiglia di Antonio denuncia 16 hater

Disabile travolto e ucciso, insulti e offese sui social: la famiglia di Antonio denuncia 16 hater
Disabile travolto e ucciso, insulti e offese sui social: la famiglia di Antonio denuncia 16 hater
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 30 Marzo 2021, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 15:42

PESARO - Offese e insulti ad Antonio Cetta, la famiglia querela 16 persone per aver offeso il loro caro su Facebook. A depositare l’atto sono gli avvocati Carlo Scalpelli e Roberto Biagiotti dopo aver scandagliato il gruppo “Spotted” di Pesaro. Antonio Cetta, 61 anni, è stato investito sulle strisce pedonali in via Flaminia all’altezza di Piazza Redi ed è morto pochi istanti dopo. Un uomo affetto da gravi patologie, tanto da costringerlo su una carrozzina elettrica, aiutato nella respirazione da bombole d’ossigeno.

La notizia si è rapidamente diffusa in città e sono iniziati anche i commenti sui social.

In particolare un familiare di Cetta ne ha letto uno che ha dato adito a una serie di frasi negative verso il 61enne. Gli avvocati hanno preso nota e presentato querela. «Quello che è morto era uno dei più grossi spacciatori di Pesaro, o vogliamo fare finta di non saperlo?». È quanto apparso su Spotted Pesaro, una pagina utilizzata dalla comunità pesarese e caratterizzata dalla possibilità di pubblicare post in via anonima. Da qui una serie di offese e insulti.

Tolleranza zero

«Non possiamo tollerare certe frasi e addebiti – spiegano gli avvocati Scalpelli e Biagiotti – Cetta non ha mai avuto precedenti per spaccio di stupefacenti. È un’immagine distorta che si è creata. Negli anni ’90 viveva in una roulotte e ha aiutato persone in condizioni di indigenza, alcune potevano aver avuto guai per via degli stupefacenti, ma questo nulla ha a che fare con Cetta. Per conto del fratello siamo determinati a rendere giustizia ad Antonio, persona benvoluta da quanti lo conoscevano e riabilitare la sua immagine. Sono 16 i querelati per diffamazione, perché arriveremo a scoprire anche il nome di chi ha iniziato con il post anonimo». Gli avvocati per conto del fratello si dicono «amareggiati. Ciò che maggiormente ci ha colpito e offeso è vedere il numero impressionante di soggetti che pur non avendo mai conosciuto né tantomeno parlato con Antonio gli hanno attribuito le peggiori nefandezze, fino a felicitarsi della sua morte. Purtroppo anche nella morte, certe persone, hanno continuato a emarginarlo con le offese». Tra le frasi incriminate: «non riesco a pensare che sia “poveretto” uno che ha fatto della delinquenza da sempre». E ancora: «Adescava i ragazzetti/e che per farsi dare una dose andavano a letto con lui, non viviamo con i paraocchi ma con questo fatto che era intoccabile di schifezze ne ha fatte, poi per carità nessuno deve essere ucciso o altro». 

Le ingiurie

Frasi pesanti come: «Gli spacciatori di morte non meritano nulla, quante mamme ha fatto piangere? Quanti ragazzi ha rovinato». «Scusate, ditemene di tutti i colori, ma non riesco a pensare che sia “poveretto” uno che ha fatto della delinquenza da sempre». Poi «Sono contenta ci sia uno spacciatore in meno in giro… soprattutto perché si approfittava delle debolezze dei ragazzini». E ancora: «Non ne sentiremo la mancanza, da morto improvvisamente diventa bravo e no non funziona». Infine: «Per me quindi era un delinquente senza rispetto della vita altrui». 
In campo gli avvocati
Per i familiari di Cetta e i suoi avvocati si tratta di «giudizi (anche feroci) a riguardo, voci correnti e dicerie che hanno assediato la figura di Cetta, dicerie alimentate dalla condizione precaria di vita cui era costretto».

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