Dieci anni dal naufragio della Costa Concordia: «Siamo tornati in crociera, ma il ricordo è indelebile». Risarciti con 22mila euro a testa

Dieci anni dal naufragio della Costa Concordia: «Siamo tornati in crociera, ma il ricordo è indelebile»
Dieci anni dal naufragio della Costa Concordia: «Siamo tornati in crociera, ma il ricordo è indelebile»
di Thomas Delbianco
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 08:25

PESARO - Volava di tutto, la parete era diventata il pavimento. Poi i sette squilli per l’abbandono nave e il finimondo, la gente era impazzita. Dopo quanto successo siamo poi tornati in crociera diverse altre volte, e partiremo anche tra un paio di mesi, ma il ricordo di quella sera resta indelebile». Il 13 gennaio 2012, alle ore 21,45 la nave da crociera Costa Concordia impatta contro gli scogli davanti all’Isola del Giglio, in Italia. Nel naufragio perdono la vita 32 persone. Sono passati dieci anni da quella tragedia. A bordo della Concordia quel giorno c’era anche il pesarese Elio Montesi insieme alla sua famiglia. 

Riannodare i fili

Con lui viaggiavano la moglie Carmen, il figlio Marco, la nuora e i due nipotini, che al tempo avevano uno e due anni.

Montesi, molto noto in città come pasticciere (la famiglia gestiva il bar pasticceria Montesi di via San Francesco), conserva ancora le tesserine d’imbarco per quel viaggio in crociera che si è concluso sulle Scole del Giglio. «Ricordo ancora tutto benissimo, come se fosse successo poco fa - torna indietro con la mente Elio Montesi - ricordo che eravamo tutti quanti a tavola, in attesa di cenare, erano circa le 21 e 40. All’improvviso mentre eravamo seduti la nave è andato contro lo scoglio e ha iniziato a traballare. Volavano piatti, bottiglie, olio, per terra era un disastro, perché l’urto è stato veramente forte. Poi la nave si è capovolta e si è appoggiata su quel famoso scalino che c’è sotto al mare. La nave non era più in verticale, era in orizzontale, la parete era diventata il pavimento e il pavimento era diventato la parete. Si camminava di traverso. A quel punto sono arrivati sette squilli per l’abbandono nave e da lì è successo il finimondo. La gente era come impazzita, nessuno assisteva le persone in difficoltà. Un uomo ha chiesto un bambino in prestito ad una signora per poter scendere prima con la scialuppa, visto che il codice della navigazione prevede che per prima scendano donne e bambini». Siete riusciti a salire nuovamente su una nave da crociera? «Si, nel 2021 abbiamo fatto due crociere e ne ho due prenotate una a marzo e un’altra a maggio. E’ una cosa superata, anche se quando sei sulla nave il pensiero non se ne va. Ma può succedere qualsiasi disgrazia anche in auto, in treno, a piedi». Il comandante Schettino è stato condannato a 16 anni di carcere. A maggio 2022, dopo aver scontato un terzo della pena, l’ex marittimo potrà chiedere di essere ammesso a misure alternative rispetto alla detenzione in prigione. Dal carcere di Rebibbia Schettino dice di essere stato l’unico ad aver pagato.

I risarcimenti

«Quando ci sono questi incidenti così gravi un colpevole solo non esiste - è il parere di Montesi - Nella nave ci sono diversi incarichi, la responsabilità non è mai di una sola persona». Avete ottenuto dei risarcimenti? «Sì, 22mila euro a persona, eravamo in sei della mia famiglia sulla nave. Siamo stati risarciti, ma rimane questo ricordo indelebile di quanto accaduto quella sera». Dopo dieci anni, capita spesso di ripensare a quei momenti? «Non capita così spesso, ho le foto nei quadri sulle pareti con le immagini delle varie crociere alle quali ho partecipato. Il pensiero ci va ogni tanto».

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