Pesaro, crisi Berloni, spunta un'offerta: «Siamo pronti a rilevarla»/ Chi vuole il marchio e a quanto

Pesaro, crisi Berloni, spunta un'offerta: «Siamo pronti a rilevarla»/ Chi vuole l'azienda e a quanto
Pesaro, crisi Berloni, spunta un'offerta: «Siamo pronti a rilevarla»/ Chi vuole l'azienda e a quanto
di Luigi Benelli
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Venerdì 19 Giugno 2020, 01:55

PESARO - Berloni in liquidazione, la Ikitchens di Nociglia (Lecce) pronta a rilevare lo storico marchio pesaresi per realizzare “un polo della cucina”. Un’offerta depositata formalmente sabato scorso e il Ceo Antonio Calvi esce allo scoperto.

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«La nostra società ha depositato una proposta di affitto con finalità di acquisto del comparto industriale denominato Berloni Group Pesaro ad un prezzo massimo stabilito di euro 7,5 milioni di euro condizionato ad alcuni adempimenti di carattere giuridico. Oggi la Berloni Group è in liquidazione volontaria dopo il formale disimpegno degli attuali soci Taiwanesi e risulta ferma con i dipendenti in cassa-covid sino al 30 giugno». 
Facciamo il punto
La storica azienda di cucine è stata messa in liquidazione a fine novembre. Una situazione nata come un fulmine a ciel sereno da “profonde divergenze” tra i soci Michael Chiu (Hcg), David Tu (Wan Yuan Textile) e Alex Huang (Thermos) che hanno portato i soci Chiu e Tu a votare a favore della messa in liquidazione dell’azienda. Il liquidatore Alessandro Meloncelli aveva comunicato che erano “state ricevute manifestazioni di interesse”. E ora ecco l’offerta di Ikitchens. «La nostra proposta attualmente risulta l’unica possibilità di ripresa in loco della produzione – spiega Calvi - che da un lato vedrebbe il reintegro immediato delle attuali maestranze e dall’altro lo sviluppo di un piano industriale che vede lo stabilimento di Pesaro al centro di ciò che consideriamo possa diventare il Polo della Cucina Italiana con un ulteriore incremento delle maestranze sino alla soglia di 180 unità a regime. Pertanto vorremmo dare la massima evidenza all’operazione». 
Marchio storico
«La Berloni - prosegue - si è fermata solo pochi mesi fa ed in considerazione del fermo generale causato dall’emergenza covid-19 potrebbe agevolmente riprendere il proprio cammino, inoltre le fasi di liquidazione prevedono e preferiscono logiche finanziarie diverse che non tengono conto della ripresa industriale nell’area pesarese avendo previsto una sorta di “spacchettamento” che a nostro parere, essendo produttori da sempre, non farebbe altro che disperdere uno dei maggiori brand nazionali del settore fra gli attori principali del Made in Italy. La nostra proposta ne prevede invece il ritorno della proprietà all’interno dei confini nazionali».
La Ikitchens fa sapere che «sono state già intraprese iniziative ed abbiamo avuto incontri con i vari soggetti interessati nella gestione della liquidazione oltreché con le parti istituzionali dal sottosegretario Alessia Morani al capo di gabinetto del sindaco di Pesaro Franco Arceci, ai sindacati alla Regione Marche e Invitalia. Allo stato attuale siamo in attesa di riscontro sia da parte del liquidatore della Berloni Group che da parte delle forze istituzionali. Sarebbe un vero peccato disperdere tutto quanto è stato realizzato con 60 anni di sforzi imprenditoriali che hanno reso grande la nostra nazione ed il nostro made in Italy». 
Cassa integrazione
Tutto da vagliare, quello che è certo è che è stata avanzata la richiesta al Ministero di aprire una cassa integrazione straordinaria per cessazione dell’attività. Giuseppe Lograno della Fillea Cgil sottolinea: «L’obiettivo è quello di cercare di trovare sia i soldi per pagare i crediti che i lavoratori vantano (la tredicesima e gli stipendi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo) ma anche valutare tutte le operazioni che portino la continuità della ditta.

Se non c’è continuità si perde un valore per tutto il territorio e si perdono possibilità di sviluppo. Sappiamo che ci sono offerte, bisogna iniziare a parlarne. Le istituzioni potrebbero aprire un confronto sul futuro di questa azienda». Per Paolo Ferri della Filca Cisl «occorre arrivare a un dunque. È il momento di chiarire quale sarà il futuro di un’azienda storica per il territorio».

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