Il Pronto soccorso è una polveriera, i colleghi di Gnudi: «La sostituzione per noi uno choc e il colpo di grazia»

Il personale del Pronto soccorso di Pesaro in occasione di flash mob di novembre 2021
Il personale del Pronto soccorso di Pesaro in occasione di flash mob di novembre 2021
di Lorenzo Furlani
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 21:04

PESARO - Il Pronto soccorso di Pesaro è una polveriera. Disorientamento, sconforto, commozione, esasperazione e amarezza. Sono i sentimenti che serpeggiano tra il personale - medici e infermieri - dopo la decisione della direzione generale di Marche Nord, supervisionata dall’assessorato regionale alla sanità, di sostituire Umberto Gnudi alla direzione del reparto, che ha guidato negli ultimi due tremendi anni del Covid-19.

Al suo posto come responsabile pro tempore arriva Giancarlo Titolo, direttore del presidio di Fano, in attesa del concorso per il nuovo primario dopo la decadenza di Stefano Loffreda non rientrato dal lavoro a Riad, in Arabia Saudita, al termine di un’aspettativa di due anni.

Il carisma del leader
Nelle voci che emergono dal Pronto soccorso sono due i temi che ricorrono.

L’affiatamento di un gruppo forgiato dalle difficoltà, che aveva garantito sacrificio e qualità del lavoro e che dopo le frustate del Covid e le conclamate carenze logistiche e di organico da questa decisione pare ricevere il colpo di grazia.

E il carisma di Umberto Gnudi, il suo profilo di leader che ha sempre tutelato e motivato il personale del reparto. La politica o l’indirizzo partitico, evocati da qualcuno, qui non c’entrano o, per meglio dire, sono solo una distorsione dell’approccio corretto al problema; c’entrano, invece, la valorizzazione delle risorse professionali e umane e l’organizzazione di una struttura complessa.

Ha detto verità scomode
Nessuno dei colleghi di Gnudi riesce a farsi una ragione plausibile, in questo contesto dell'emergenza, di una scelta percepita come una punizione. Per cui l’unico motivo residuale, individuato dai collaboratori dell’ex direttore facente funzioni, al di là delle competenze di Titolo misurabili comunque nel prossimo concorso per primario, è la schiettezza di Gnudi, che l’ha portato a dire verità scomode sulle difficoltà operative del Pronto soccorso.

«Io ero in turno quando abbiamo saputo la notizia - racconta il medico Mariangela Vannucci -, siamo rimasti tutti scioccati, proprio basiti, amareggiati e delusi. Tutti: infermieri e medici. Sapete quando arriva il colpo di grazia? Un ko». 

La dottoressa piange
La tensione è tanta e mentre descrive la situazione alla dottoressa viene da piangere. «Nessuno se l’aspettava dopo questi due anni che abbiamo passato - dice -. Sì, è vero, Gnudi aveva rilasciato delle dichiarazioni ai giornali, ma la situazione diventava insostenibile e se un direttore cerca in tutti i modi delle soluzioni e non le trova ci può stare uno sfogo, sia per quanto riguarda il problema dei posti letto che per quanto riguarda i no vax. Come può essere punito per avere detto la verità? Quella situazione dei pazienti in barella 100 ore l’abbiamo vissuta e la viviamo tuttora perché la charging room non mi sembra che sia stata attivata. Qualunque sia il motivo, comunque, a me e ai colleghi questa scelta sembra ingiusta».

Mariangela Vannucci è una dei 4 medici che se ne andranno in primavera, dopo aver vinto il concorso in Abruzzo per avvicinarsi a casa. «Ma ora temo - avverte - che ci sarà la fuga di altri medici che è stata ipotizzata».

«Decisione incoerente»
È di Pesaro la dottoressa Margherita Lambertini, uno dei volti emaciati dalla mascherina della campagna fotografica sulla prima ondata di Covid-19. «La direzione sapeva benissimo il nostro legame con il dottor Gnudi - sottolinea Lambertini - per il suo modo di essere responsabile del gruppo, per averci tenuto insieme durante questi due anni difficili. Non capiamo il perché di questa sostituzione. La direzione ha sempre detto di tenere al bene del personale. Ma come può farlo togliendoci una persona che si è sempre presa cura di noi? Non è coerente. A questo punto siamo un po’ demotivati, perché con l’abnegazione Gnudi dimostrava di voler andare avanti a tutti i costi. Se c’era qualcosa in più da fare lui la faceva per primo e chi era con lui era motivato a fare qualcosa in più del proprio dovere. D’ora in poi penso che ognuno farà il proprio dovere senza spendersi a fare qualcosa in più. Togliere in questo modo la passione a un gruppo che ce l’ha è veramente brutto».

Sentimenti condivisi dagli infermieri 
Gli stessi sentimenti sono condivisi dagli infermieri. «Umberto Gnudi sarà sempre il nostro direttore», rivela uno di loro.

«Questa è la goccia che dopo tante difficoltà patite fa traboccare il vaso - aggiunge un’infermiera -. Il dottor Gnudi ci ha sostenuto in tutti i modi in questi due anni, abbiamo passato la maggior parte del tempo dentro l’ospedale e non è stato per niente facile. Toglierlo come direttore in questo momento è un atto ingiustificabile, avrebbe dovuto essere promosso per quello che ha fatto. La verità è che lui è stato l’unico ad avere avuto il coraggio di dire le cose come stanno. Questo che penso io lo pensano tutti i miei colleghi infermieri».

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