PESARO Spaccio e riciclaggio di denaro, in due a processo. Si tratta di una ramificazione di una indagine più complessa che ha già visto condanne pesanti per alcuni membri di un gruppi di campani che operavano sul territorio pesarese sempre nell’ambito dello smercio di stupefacente. Ieri davanti al collegio di Pesaro sono finiti un 42enne e una 26enne entrambi di origini campane. Secondo l’accusa i due ricevano somme con delle ricariche PostePay, denaro che veniva quindi utilizzato per pagare lo stupefacente.
Denaro da ritirare e consegnare a chi realmente aveva fornito la droga ai pesaresi.
I due in sede processuale vengono definiti soggetti compiacenti inseriti nel meccanismo più ampio di cessioni di stupefacente, forniture e pagamenti. La coppia è comunque implicata nell’ambito di un’inchiesta ben più ramificata e complessa che ha già visto delle condanne ad aprile scorso. E parliamo di ventisette anni di carcere per 6 imputati, tutte definite in abbreviato o patteggiamenti davanti al Gup. I pusher avrebbero rifornito di cocaina le piazze della città Pesaro e Fano. Con carichi anche da un chilo per volta. Sei anni di reclusione e 30mila euro di multa sono andati a un 46enne e 44enne, mentre a un 63enne sono stati inflitti 5 anni. Poi quattro anni e 4 mesi di carcere a un 38enne e a un 44enne.
La pena più bassa, di 2 anni e 2 mesi, è stata disposta invece una donna di 36 anni.Una indagine molto complessa che aveva portato le forze dell’ordine a stringere il cerchio su 13 persone, iscritte nel registro della procura per spaccio di sostanze stupefacenti. Affari che non ammettevano ritardi nei pagamenti. Tutto doveva funzionare come un orologio. Tanto che un pusher pesarese, in ritardo nel regolare i conti, era stato minacciato di morte con frasi come «Tirandogli un colpo in fronte» se non avesse saldato. Ieri è stato acquisito il fascicolo e rinviato tutto per la discussione al 10 novembre.