PESARO - Sono partiti ieri i saldi, ma senza troppo clamore: prima della pandemia il tam tam era assordante, con vetrine ammiccanti e promesse al super ribasso. Adesso i richiami dei super sconti sono quasi spariti, preferendo un low profile. Difficile al momento fare un bilancio del debutto: un po’ perchè, visto il sabato assolato, i potenziali clienti hanno optato per il mare, ma anche per il fatto che negli anni e con il boom delle vendite online il senso del saldo è profondamente mutato.
«In realtà, in alcuni negozi i saldi sono già iniziati da quasi una settimana, - conferma Davide Ippaso, segretario comunale di Confcommercio - ma oggi non si parla più di una vendita di fine stagione vera e propria. Il solstizio estivo è stato il 21 giugno e bisogna ammettere che le stagioni ormai si sono modificate da diversi anni».
Gli interrogativi
Forse è appunto anche cambiato anche il valore della parola saldo «o c’è una cattiva gestione della cosa. - prosegue Ippaso - Una volta, durante l’anno, c’erano poche vendite promozionali e si aspettavano i saldi come una manna dal cielo. Oggi, la possibilità per un cliente di avere un capo a condizioni agevolate può valere tutto l’anno». In effetti, basterebbe considerare, per attualizzare il concetto di svendita, i vari “black friday”, le offerte via web, le promozioni che vengono fatte in periodi diversi e, soprattutto, dopo un anno di pandemia, forse anche la mancanza di una scorta vera e propria fatta precedentemente con tutte le incertezze del caso. «Ormai - precisa Ippaso - nessuno più fa il “magazzino”, perché se ti va male rischi di tenerti la merce invenduta per chissà quanto tempo e se non viene smaltito è un peso enorme. Pensiamo poi anche alla produzione, così rallentata anche alla fonte in questo momento.
La ripartenza
«Alle attività che ripartono faccio un plauso: a coloro che sono rimasti in piedi ci sono le tasse accantonate e rimandate da mettere in conto. L’unica mia preoccupazione è questo clima di pessimismo: se apri qualsiasi giornale c’è lo spauracchio della variante in arrivo. Sicuramente è un problema, ma tutti noi avremmo bisogno di un po’ di ottimismo, commercianti e non, per cercare di affrontare le cose con un minimo di spensieratezza. Le notizie di vandalismi o ubriacature dei giovani sono altrettanto sconfortanti, la mancanza di rapporti umani ha fatto danni ovunque e i nostri ragazzi ne stanno risentendo tantissimo». Dall’altra parte anche il settore ristorazione sta ripartendo. «C’è davvero tanto bisogno di tornare alla normalità: - conclude Ippaso - uscire a cena, passare una serata con gli amici o con il partner è un modo per esorcizzare questo momento. Mi auguro che lo si faccia nella piena responsabilità, cercando, nel rispetto delle regole e di tutti coloro che stanno investendo in questa lenta rinascita, di scongiurare un altro lockdown. Per questo è importante, responsabilmente, cercare di dare un po’ di speranza a tutti, cittadini ed esercenti, puntando sul futuro».
La rivitalizzazione
E c’è ancora tanto da fare in città: ridare vita a zone ancora prive di questa rinascita: «Attendiamo da anni la rivitalizzazione del San Domenico che riaprirebbe le chance per via Giordano Bruno, e poi via Zongo, fino a via Castefidardo e via Mazza: vie di una bellezza unica che meriterebbero più attenzione».