Pesaro, coltellate alla ex: «Sono
finito». Ed il padre è colpito da infarto

Pesaro, coltellate alla ex: «Sono finito». Ed il padre è colpito da infarto
di Simonetta Marfoglia
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Mercoledì 24 Aprile 2019, 11:01

PESARO - «Sono finito, sono finito»: è il biascicante mantra che il 27enne Matteo Cicerchia ha continuato a ripetere mentre i poliziotti lo arrestavano. Deve rispondere di tentato omicidio e di sicuro quello che fatto il pomeriggio di Pasquetta ha spazzato più destini, il suo compreso. Elisa Furlani, l’ex compagna coetanea, è una miracolata: ha rischiato di essere uccisa a coltellate sotto gli occhi della figlioletta di 5 anni. E’ sopravvissuta restando solo lievemente ferita ma è sotto choc con i familiari che le serrano attorno un cordone protettivo. Anche la bimba è traumatizzata per aver assistito alla furia del padre.
Destini travolti a cascata: il padre di Matteo, Massimo Cicerchia stimatissimo poliziotto, una vita passata a servire lo Stato, lunedì sera alla notizia di quanto accaduto si è sentito male.
  
 Non era a Fano, dove tutti i protagonisti risiedono tra Gimarra e Bellocchi, ma in Puglia dove per Pasqua aveva raggiunto altri familiari. Quando gli hanno raccontato, con tutte le cautele del caso, di cosa si era reso protagonista il figlio, ha avuto un malore, un infarto e ha dovuto essere soccorso. Perchè Matteo Cicerchia è sempre stato ritenuto un figlio modello: sul lavoro (è dipendente di una ditte di vendite online) e nel privato. Magari silenzioso, riservato, incline alla malinconia, ma nulla che lasciasse presagire quanto accaduto. Nei suoi confronti mai una denuncia, nessuna segnalazione, nè per stalking, minacce o simili. La storia con Elisa, commessa a Bellocchi, era finita da anni. Certo, c’erano stati i tempi della rabbia e della mancata accettazione, delle liti e dei chiarimenti su e giù per le montagne russe dei sentimenti. Ma quello che è successo lunedì è stato veramente un salto nel buio, nella parte meno scandagliabile dell’animo. Gli inquirenti - le indagini sono affidate alla squadra mobile e coordinate dal pm Valeria Cigliola - stanno valutando la premeditazione su cui tutto sembra convergere, a partire dai diversi coltelli da cucina ritrovati nell’auto, la Dacia Duster su cui il giovane aveva fatto salire l’ex compagna e la figlioletta invitandole a vedere i cavalli al maneggio. Da qualche tempo i due erano tornati a frequentarsi per amore della bimba che pure il giovane vedeva regolarmente, per questo quando Matteo ha proposto la scampagnata di Pasquetta in alternativa al cinema, Elisa aveva accettato. Tra i due non c’è stata discussione, nervosismo, litigio. Nessun alterco degenerato. Matteo Cicerchia ha imboccato strada San Nicola, alla periferia di Pesaro e all’improvviso si è fermato. Ha preso un coltello dal portaoggetti vicino al sedile di guida e ha tentato di colpire la donna. Una volta, due volte, poi altre ancora, con nuovi coltelli, tanto che sono state trovate nell’abitacolo delle lame spezzate: il tentativo della giovane di bloccare aggressore e arma a mani nude. Elisa si è difesa come una leonessa, l’ex si è avventato contro di lei tentando di strangolarla, l’ha picchiato provocandole un occhio nero. E’ a quel punto che è spuntato dal nulla Gabriele Ottaviani. Ha sentito le grida, è accorso e ha capito tutto. Mentre Matteo ed Elisa lottavano aprendo la portiera sotto il peso dei corpi e finendo fuori dall’abitacolo, l’uomo ha preso in braccio la bambina terrorizzata e ha portato in salvo la madre.
 
Prima di conquistare la sicurezza di una casa i tre hanno corso il rischio di essere investiti con l’auto da un giovane ormai fuori controllo.

L’uomo non è riuscito a travolgerli perché l’auto è finita in un pozzetto dell’acqua piovana. Un inciampo che ha permesso alla donna, alla figlia e a Ottaviani di barricarsi in casa e attendere l’arrivo della polizia. Nel frattempo l’aggressore si è cosparso il corpo di benzina per darsi fuoco, ma poi ha desistito perché aveva smarrito nella colluttazione l’accendigas. All’arrivo della polizia, è stato arrestato per tentato omicidio. Non ha mai parlato né spiegato i motivi dell’accaduto e non si esclude che il difensore possa chiedere una perizia psichiatrica. L’udienza di convalida davanti al gip dovrebbe tenersi venerdì.

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