«Troppo freddo nelle classi»: i genitori di Pesaro pronti alla protesta

«Troppo freddo nelle classi»: i genitori di Pesaro pronti alla protesta
«Troppo freddo nelle classi»: i genitori di Pesaro pronti alla protesta
di Thomas Delbianco
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 11:18

PESARO - Freddo nelle scuole pesaresi, genitori degli studenti e dirigenti scolastici sollecitano più ore nelle classi con i riscaldamenti accesi e sono pronti ad andare in Comune. «Impianti accesi dalle 6 e fino al primo pomeriggio per i plessi che hanno orario prolungato, solo così le classi si possono riscaldare», dice l’esperto. 


Bandiera bianca


E il Presidente della Provincia chiarisce la situazione per le superiori: «Temperatura a 19 gradi non è direttiva Provincia ma norma nazionale, dopo Natale incontro con tutti i presidi». Dopo le proteste dei giorni scorsi degli studenti del Campus delle Cinque Torri per il freddo in classe, la questione ora si allarga anche agli studenti, coinvolgendo anche le famiglie, delle scuole cittadine di ordine e grado inferiore. A questo proposito, in uno degli istituti comprensivi pesaresi, si è tenuta martedì sera una riunione dei rappresentanti dei genitori, nel corso della quale è emerso proprio il problema del riscaldamento. «I termosifoni si accendono alle 7,30 per poi spegnersi alle 11. Troppo poco per scaldare classi con altezze importanti e ampie - informa un genitore che ha partecipato alla riunione - Abbiamo deciso di intraprendere alcune iniziative, in primis far confrontare i presidi delle scuole e poi portare una rappresentanza di genitori insieme ai dirigenti scolastici direttamente in Comune». 


La strategia


Ma quale strategia adottare in questo periodo con le temperature più rigide, e a questo punto da introdurre al rientro in classe dopo le festività natalizie? Un consiglio all’amministrazione e alle istituzioni che gestiscono il calore negli edifici scolastici comunale arriva da un esperto del settore, Luigi Calbini, Presidente di Confartigianato Impianti: «Non va bene accendere i riscaldamenti alle 7,30, perchè fino alle 9 le aule non si riscaldano. E oltretutto, con lo spegnimento alle 11,30 le aule si raffreddano velocemente, considerando che nessuna della strutture scolastiche pesaresi è dotata della coibentazione. Il riscaldamento andrebbe acceso alle 6,30, in modo che alle 8, quando arrivano gli studenti, le aule sono riscaldate. Per quanto riguarda lo spegnimento, va programmato un’ora prima. Ma teniamo conto che in diverse scuole gli studenti restano al pomeriggio, fino alle 16, e in questo caso i riscaldamenti non andrebbero spenti almeno fino alle 15.

Va considerato anche - continua Calbini - che nella nostra zona climatica c’è molta umidità e la temperatura percepita è più bassa di quella indicata nel termostato. Sui limiti dei gradi imposti dalla normative ci può essere maggiore tolleranza anche facendo leva sulle deroghe che vengono previste per luoghi sensibili come le strutture scolastiche».


Il decreto


Il decreto del Mite prevede la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati: si passa da 18 a 17°C per gli edifici adibiti ad attività industriali e artigianali e da 20 a 19°C per gli altri edifici. Ma in presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, i sindaci possono autorizzare delle deroghe, purché per una durata giornaliera ridotta. Pesaro è inserita nella fascia climatica D (a differenza di tutti i comuni del territorio provinciale), dove i termosifoni possono essere accesi per non più di 11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile. Nonostante la breve distanza chilometrica, e una differenza di appena 47 gradi-giorno, Pesaro e Fano (fascia E) hanno regole diverse: nella Città della Fortuna l’accensione è consentita dal 22 ottobre al 7 aprile per un massimo di 13 ore giornaliere. Sulla questione riscaldamento scuole è intervenuto ieri, anche il presidente della Provincia Giuseppe Paolini: «Abbiamo in programma la convocazione di un nuovo incontro con tutti i presidi delle scuole superiori nei prossimi giorni, dopo le feste di Natale.


Il confronto 


«Il confronto sarà utile a verificare la situazione e se possibile a migliorarla, valutando le singole necessità degli istituti. Nei giorni scorsi abbiamo avuto un colloquio con Riccardo Rossini, rappresentante dei presidi. L’intenzione è modificare anche i contratti con il gestore, pagando quanto consumato con la misurazione dei flussi del calore invece che sull’accensione generica. Vorremmo un riscaldamento che funzioni in modo omogeneo su tutti i plessi scolastici». Infine la precisazione sul liceo Apolloni: «C’è una norma nazionale che ha stabilito che la temperatura non può superare i 19 gradi. Non è una direttiva della Provincia: noi dobbiamo applicare le leggi che provengono dal livello statale», conclude Paolini. 

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