PESARO - La Cassazione annulla la sentenza, ci sarà un processo bis per il caso dei due poliziotti assolti in primo grado e condannati in secondo, accusati di aver ecceduto nei mezzi di contenimento per calmare un ubriaco. Il fatto risale al 14 luglio 2014 quando due agenti della questura di Pesaro erano intervenuti in una sala slot machine. In pratica un uomo in stato di ebbrezza stava prendendo a spallate la porta di ingresso dei locali.
Alcune persone, intimorite, si erano barricate all’interno e avevano richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. L’uomo aveva preso anche un guinzaglio metallico del cane e aveva iniziato a scagliarlo contro la vetrina.
La reazione
Gli agenti sono intervenuti per calmarlo cercando di convincerlo a desistere. L’uomo sembrava che potesse smettere, ma poi ha iniziato a inveire e colpire gli agenti. Così uno dei due poliziotti è andato in macchina e ha preso uno sfollagente. Hanno inferto due colpi e lo hanno ammanettato. Fu accompagnato in questura e lasciato andare. La mattina seguente avvertiva dolori al gomito e al pronto soccorso gli hanno diagnosticato una microfrattura. Per la difesa dei poliziotti se la sarebbe procurata quando colpiva la porta blindata, per la difesa del querelante invece sarebbero state le conseguenze delle manganellate.
Colpo di scena
Ora, il nuovo colpo di scena come spiega Del Prete: «La Cassazione ha annullato con rinvio, dunque ci sarà un nuovo processo a Perugia. Per noi è un dato positivo perché ci permetterà di chiarire quanto accadde». L’avvocatessa che difende la presunta parte offesa, Francesca Santorelli sottolinea invece: «La corte di appello di Ancona, dopo aver risentito i testimoni principali, ha emesso una sentenza di condanna dichiarandosi pertanto in totale disaccordo con la decisione del giudice di primo grado. È evidente pertanto che vi sono prove che depongono per una condotta delittuosa da parte dei due poliziotti. Ora la corte di cassazione ha deciso di rinviare il processo alla corte di appello. Attendiamo la motivazione della sentenza».