Il campus scolastico riapre tra le scosse: «Vogliamo stare in classe ma la paura non è passata»

Ritorno a scuola al liceo Scientifico
Ritorno a scuola al liceo Scientifico
di Thomas Delbianco
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Sabato 12 Novembre 2022, 07:14 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 07:41

PESARO «Momenti di panico quando abbiamo avvertito la scossa. In questi due giorni ci siamo portati avanti con i compiti a casa e abbiamo anche fatto delle passeggiate. Ancora paura di rientrare in classe, ma lo facciamo lo stesso». Nel piazzale davanti al Campus Scolastico delle Cinque Torri, poco prima delle 8 di mattina, c’è il solito via vai di studenti, insegnanti e ausiliari.  


L’agibilità


Chi arriva con l’autobus, chi a piedi, chi in scooter. Cercano i propri compagni, chiedono come stanno, si fanno raccontare, e raccontano agli altri, cosa stavano facendo alle 7,07 di mercoledì mattina, quando una scossa di magnitudo 5,7 ha cambiato la loro giornata. E anche quella successiva, lontana da scuola, per consentire ai tecnici di effettuare le verifiche strutturali sugli edifici prima di poterli riaprire. Ieri mattina è suonata nuovamente la campanella per tutte le scuole di ogni ordine e grado a Pesaro, così come a Fano e nel resto della provincia, dove i sindaci avevano già deciso di riaprire le scuole giovedì mattina. I ragazzi solcano l’ingresso dei propri istituti con un po’ più di timore rispetto all’ultima volta che sono passati sotto quella porte, martedì scorso. Gli edifici sono stati certificati tutti agibili, ma la prima scossa, così come il lungo sciame sismico che ha fatto seguito, ha messo a dura prova le strutture pubbliche cittadine, tanto che il Comune ha stimato 20 milioni di euro di danni. Nei loro racconti, prima di guadagnare il proprio banco, i ragazzi hanno ancora vivi quegli attimi in cui la terra ha tremato. 


I timori


«Ero ancora casa, stavo per uscire e ho sentito mia madre che si è alzata dal letto, ho preso un grosso spavento.

In questi due giorni ho studiato, mi sono alzato presto e mi sono portato avanti con lo studio. Se ci sentiamo sicuri di rientrare in classe? No, ma torniamo lo stesso». 


La paura


Una studentessa del quinto anno dei Liceo Marconi racconta che «quando c’è stato il terremoto ero dentro al mio bagno di casa, ho preso tanta paura perchè ho sentito la doccia che mi veniva addosso, e non si apriva più la porta, ho dovuto aprirla a spallate. Ho avuto paura, sono molto ansiosa, non sapevo cosa fare, appena uscita mi sono rannicchiata in un angolo. Due giorno dopo ancora sono scossa.
«Onestamente preferivo restare ancora a casa, perchè c’è un po’ di timore ma sono venuta anche per sapere come stavano i miei compagni». Al Campus arrivano ogni giorno tanti studenti provenienti dai comuni limitrofi, vedi Vallefoglia, dove il terremoto, pur in una zona più lontana dalla costa (l’epicentro è stato in mare ad una distanza di 28 chilometri dalla costa di Fano) si è avvertito, eccome. «Ho sentito bene la scossa, perchè mi sono svegliato di soprassalto. Sono caduto dal letto e siamo scesi tutti in strada, nel nostro quartiere c’era una situazione di panico assurda». Tanti studenti al momento del sisma si stavano preparando per andare a scuola, ancora non sapevano che quella mattina i loro programmi sarebbero cambiati nel giro di un amen.


Le voci


«Mi ero appena svegliata, stavo andando in bagno, ho sentito il rumore e sono uscita. Ho avuto abbastanza paura, all’inizio non mi ero accorta, poi quando ho capito che era il terremoto sono uscita subito. In questi due giorni ho studiato e ho approfittato per farmi una passeggiata». 

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