Ragazzino derubato e schiaffeggiato sull'autobus, la condanna è definitiva: il bullo finisce in carcere

Ragazzino derubato e schiaffeggiato sull'autobus, la condanna è definitiva: il bullo finisce in carcere
Ragazzino derubato e schiaffeggiato sull'autobus, la condanna è definitiva: il bullo finisce in carcere
di Luigi benelli
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Giovedì 5 Agosto 2021, 05:25

TAVULLIA - Bullizzato e derubato sul bus, poi schiaffeggiato alla fermata. Scatta l’ordine di carcerazione per un 20enne di Tavullia. Una storia che aveva fatto clamore e che risale al gennaio 2020. Nel frattempo la giustizia ha fatto il suo corso e ieri i carabinieri della stazione di Vallefoglia sono andati a prendere il giovane per portarlo in carcere. Un paio di mesi fa aveva patteggiato a 2 anni e 8 mesi, nel frattempo la condanna è diventata definitiva ed è scattata l’ordinanza di carcerazione. 

I fatti

A bordo della linea del trasporto pubblico Urbino e Pesaro, molto utilizzata dagli studenti, un quindicenne era stato vittima di bullismo. Non era la prima volta che diventava il bersaglio di dell’allora 19enne pesarese. Sfottò, insulti, minacce. Il bullo in questione gli aveva sfilato dalle tasche il portafoglio. Poi gli aveva intimato il silenzio in modo autoritario con la promessa che glielo avrebbe restituito. Quindi aveva prelevato circa 250 euro, i soldi che il minorenne aveva ricevuto come regali delle feste natalizie. Prese le banconote, aveva lanciato il portafogli in direzione della vittima, con una minaccia. Quella di accoltellare lui e il suo compagno di sedile se avessero parlato. Una volta sceso alla fermata, avea cercato di dileguarsi. Ma il minorenne, con coraggio e determinazione, era sceso dal mezzo cercando di recuperare il maltolto. 
Per tutta risposta il bullo lo ha picchiato e approfittando che alla fermata c’erano i famigliari a prenderlo, si era dileguato verso casa.

Il 15enne senza perdersi d’animo, ha annotato la targa della vettura e ha contattato il 113. Così una pattuglia della Squadra Volanti si era diretta nell’abitazione del responsabile, situata nella prima periferia cittadina. Sul bus non c’erano le telecamere, ma la descrizione dei fatti e la targa avevano portato i poliziotti sulla strada giusta. Infatti il giovane, messo alle strette dalle evidenze riscontrate, aveva ammesso gli addebiti, ma nonostante la perquisizione effettuata, del denaro sottratto non c’era traccia. All’epoca il giovane non aveva collaborato per recuperare la somma rubata. Il bullo era stato denunciato in stato di libertà per il reato di rapina aggravata. Poi il patteggiamento a 2 anni e 8 mesi. Uno di quei casi in cui il coraggio del ragazzino aveva squarciato con la sua chiamata al 113 l’omertà e il clima di sopraffazione di cui purtroppo si alimentano i bulli, specie sui mezzi di trasporto. 

Il monitoraggio

Fenomeni che vengono da sempre monitorati dalla Polizia di Stato, ma che purtroppo senza collaborazione da parte dei giovani rischiano molto spesso di rimanere nell’ombra. Ricordiamo l’esistenza dell’App You pol destinata ad un pubblico di giovani che vogliono segnalare, anche in maniera anonima, situazioni di bullismo e o spaccio di stupefacenti.

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