Pesaro, botte e violenze anche davanti
al figlio minore: condannto marito-padrone

Pesaro, botte e violenze anche davanti al figlio minore: condannto marito-padrone
di Luigi Benelli
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Giovedì 10 Ottobre 2019, 07:10

PESARO - Il racconto tra le lacrime di quelle violenze, di quei soprusi e di quegli episodi che hanno spinto il giudice a condannare suo marito.

Picchia la moglie davanti ai figli piccoli e ai carabinieri, arrestato

Ieri davanti al tribunale collegiale di Pesaro il processo a carico di un 47enne peruviano accusato di vari reati tra cui violenza sessuale, violenza, maltrattamenti. A rendere testimonianza la moglie, vittima di questa escalation di episodi di violenza. Anche lei è peruviana, i due vivono a Pesaro. Parole che hanno evocato ricordi e che hanno portato più volte la donna alle lacrime. Racconti di momenti vissuti tra le mura di un rapporto diventato malato.
 
I primi episodi non avevano contorni violenti, ma di prevaricazione. «Avevo diritto a dei contributi di maternità per i figli, ma si è presto tutto» ha detto al giudice. Poi i toni sono diventati più forti, fino a passare alle mani. 
«Una prima volta mi ha dato un calcio allo stomaco, sono finita in ospedale con cinque giorni di prognosi. I litigi erano tanti. Eravamo separati in casa. Non si faceva problemi a maltrattarmi davanti ai figli». La donna ha ripercorso altri momenti intervallati dalle domande del pubblico ministero Silvia Cecchi. «Una volta mi ha buttata a terra e mi ha presa per il collo, in un’altra situazione ha chiesto a nostro figlio di andare a giocare in un’altra stanza, mi ha strappato i vestiti perché voleva farlo con la forza». E ancora: «Ero stanca di come mi trattava così volevo cambiare camera, vivere da separati in casa. Quando glielo dissi lui si arrabbiò, uno dei miei figli lo ha spinto per difendermi e lui mi ha picchiata, mi è salito sopra per schiacciarmi e ha dato un colpo persino al bambino». Anche in questo caso i referti medici evidenziano l’episodio.

Le querele sono diverse tanto che i capi di imputazione risultavano otto. Citando anche l’aggressione a un conoscente della donna che si trovava in casa un pomeriggio. «Era geloso, è scattato colpendolo in viso». L’uomo è stato sentito e ha cercato di confinare gli episodi parlando di litigi famigliari. Il giudice ha inflitto una condanna a un anno e otto mesi, con pena sospesa. «Ora aspetteremo di leggere le motivazioni della sentenza – spiega Alessandro Pagnini l’avvocato che difende l’imputato assieme al collega Gianni Mancini – arriveranno in quindici giorni. Noi siamo convinti di poter spiegare episodio per episodio, quindi ricorreremo in appello dove possiamo arrivare a una assoluzione».

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