Scomparso a 100 anni l'inventore della città balneare: ecco chi era Alfredo Boiani

Alfredo Boiani
Alfredo Boiani
di Elisabetta Marsigli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Dicembre 2020, 05:50

Aveva 100 anni ed un attaccamento alla vita davvero straordinario: Alfredo Boiani, uno dei pionieri dello sviluppo turistico di Pesaro, si è spento a Natale, a causa della sua cardiopatia, dopo una vita spesa per la valorizzazione e modernizzazione della spiaggia pesarese, che alla soglia degli anni ‘50 era gestita proprio dall’Azienda di Soggiorno, come racconta Franco Andreatini nel libro intitolato Ritratti in Bianco e nero.

 
«Fino all’anno scorso era riuscito ad andare ancora al mare e aveva anche nuotato un po’ - racconta il figlio Gianfranco - magari con una lentezza che lui stesso lamentava, ma con quella passione per il mare e per la vita che erano stati della sua giovinezza e davanti a quella spiaggia a cui ha dedicato tutto il suo impegno professionale». Gianfranco è un regista e autore, tra l’altro, del documentario del 2012 Schiavi del Terzo Reich dove uno dei protagonisti era proprio papà Alfredo che raccontava la sua esperienza come internato nei lager nazisti, a causa della cattura dopo l’8 settembre del 1943 e da cui fuggì, in maniera rocambolesca qualche giorno prima della fine del conflitto. Un documentario che ha permesso, grazie alla ricerca dell’Anpi, l’avvio di un percorso di riscoperta di quelle memorie attraverso le attività dell’Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino e della Biblioteca Archivio “V. Bobbato”. «Credo che proprio l’esperienza della guerra l’abbia “temprato” molto: - prosegue Gianfranco - negli ultimi anni di vita un altro forse si sarebbe lasciato andare, ma lui no, aveva forte questa idea di sopravvivenza.

Era molto legato alla vita».

Abitava da ragazzo di fronte al mare in via Amendola e prima di partire come militare e poi soldato per la guerra faceva le gare di nuoto nel porto canale. La sua passione per il mare era infinita e per questo negli anni ’50 andava spesso a Rimini, con la sua Vespa 150 VL2, per studiare come la Romagna stava organizzando il suo sviluppo turistico e trarne spunto per valorizzare la sua città. Introdusse nuove idee, in particolare sull’organizzazione della spiaggia con gli ombrelloni che sostituivano le tende e la disposizione delle cabine in cemento così come le vediamo ancora oggi. Ma non solo: fu anche tra gli organizzatori di spettacoli, mostre e concerti di musica classica e di musica leggera, tra cui il Festival della Canzone, manifestazioni che a livello nazionale ed europeo promuovevano l’immagine della città. Pesaro, infatti, come la costa romagnola divenne, in quegli anni, una delle mete preferite del turismo del nord Europa e soprattutto della Germania. 

Essendo nato il 1 luglio del 1920, amava festeggiare il suo compleanno alla Festa del Porto, che cade nella prima domenica di luglio, alla quale non è mai mancato partecipando anche al corteo delle barche che uscivano dal porto per andare a depositare la corona di alloro in onore dei caduti in mare. Nel 2008 i Marinai di salvataggio di Pesaro gli consegnano il premio “Bagno sicuro” per l’impegno profuso per la sicurezza della balneazione. Il funerale è previsto oggi, alle ore 15, presso la Chiesa di Santa Maria del Porto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA