«Blackout di stagione e hotel chiusi, il rischio è forte perché riscaldare costa tanto»

«Blackout di stagione e a hotel chiusi il rischio è forte perché riscaldare costa»
«Blackout di stagione e a hotel chiusi il rischio è forte perché riscaldare costa»
di Miléna Bonaparte
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Martedì 23 Agosto 2022, 05:05

PESARO -  Un terzo degli hotel, cioè i 15 che sono in attività tutto l’anno, rischiano di chiudere i battenti da ottobre ad aprile, si annunciano blocchi ed erogazioni a singhiozzo dell’energia elettrica nelle piccole e medie imprese, un uragano legato all’aumento vertiginoso delle bollette di luce e gas per gli imprenditori del comparto pesarese, dal turismo all’artigianato nell’insieme.

 
«Una vera stangata per gli albergatori pesaresi sono state le fatture di elevato importo appena arrivate – conferma l’allarme lanciato da Confindustria il presidente dell’Apa Paolo Costantini –. I titolari che all’inizio dell’anno pagavano 1.000 euro ora, nel mese di agosto, nel culmine di una stagione estiva torrida con i condizionatori d’aria a pieno regime, devono sborsare 3.000 euro.

Sono praticamente quasi triplicate le bollette di luce e gas. Aumenti molto allarmanti. Ma la vera emergenza sarà in autunno e inverno, quando si dovranno accendere i riscaldamenti con un impatto pesantissimo. I 15 alberghi annuali, un terzo dei 45 nostri associati, stanno seriamente valutando di non aprire».


La stangata
Al caro bollette si aggiungono gli aumenti per le forniture, dal settore alimentare fino alle lavanderie, che comportano un rincaro indiretto rispetto a quello dell’energia. «Se per gli alberghi sempre aperti, il blocco totale dell’attività è molto probabile – riflette con amarezza il presidente Apa –, per le strutture stagionali siamo in attesa dei bilanci di fine settembre, un andamento da valutare sui dati consuntivi della Regione». Un’estate, quella di quest’anno, che d’altro canto segna una netta ripresa con una crescita significativa di arrivi e pernottamenti, un flusso tornato ai livelli del 2019, pre pandemia.


«Sono considerazioni del tutto indipendenti – precisa Costantini –. Da una parte sono soddisfatto per i turisti che hanno scelto Pesaro. Ma per il caro bollette condivido in pieno l’analisi della presidente di Confindustria Pesaro Urbino, Alessandra Baronciani, che mette in primo piano l’allarme per il comparto turistico, in grande difficoltà nell’affrontare i prossimi mesi. Mi unisco alla richiesta degli industriali affinché l’emergenza energetica sia il nodo centrale da sciogliere nell’agenda del prossimo Governo, affrontando finalmente con incisività il tema della transizione ecologica per favorire il passaggio da un sistema basato sulle fonti inquinanti a quelle alternative che rispettano l’ambiente». Ribadisce d’altro canto il concetto di tempesta perfetta, legata al caro prezzi e alla scarsità di materia prime, che travolge le attività imprenditoriali del territorio, il segretario della Cna Pesaro Urbino Moreno Bordoni, alla guida della confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa. 


«La situazione è molto preoccupante – rilancia l’allarme Bordoni –, i costi stanno diventando insostenibili e non si aprono spiragli per uscire dal vortice. C’è infatti la seria possibilità di rimanere nei prossimi mesi senza energia elettrica per qualche periodo. Si rischiano i blackout. Le compagnie energetiche faticano a stipulare nuovi contratti, non bloccano più i prezzi e nessuno offre certezze agli utenti, perché anche loro annaspano nella tormenta, non sapendo quali possano essere gli orizzonti futuri».


Nuovi contratti a fatica
Non c’è peggior stato d’animo per un imprenditore, che rischia e investe, della incertezza: «Esattamente, la preoccupazione è grande – lamenta il segretario della Cna –, siamo in una autentica tempesta perfetta nella quale concorrono più fattori negativi, oltre al caro bollette c’è infatti anche l’allarme per le materie prime, non sappiamo se arriveranno, quando ci sarà disponibilità e a quale prezzo. E poi in alcuni Paesi è ancora tutto paralizzato per il Covid, la guerra in Ucraina comporta ancora blocchi e l’inflazione è la più alta degli ultimi 35 anni. Gli imprenditori continuano a scommettere, ma vivono nell’incertezza, non sapendo cosa succederà tra una settimana». 


Un duro colpo, l’aumento del costo del gas, non solo per il sistema produttivo, ma anche per le famiglie, una emergenza di fronte alla quale si attendono gli affetti delle misure del Governo per arginare i maxi rincari ed elaborare una strategia energetica, puntando sulle rinnovabili. 

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