Biolaboratorio, addio Torraccia: tra le ipotesi adesso spunta Ca’ Lippo

Biolaboratorio, addio Torraccia: tra le ipotesi adesso spunta Ca’ Lippo
Biolaboratorio, addio Torraccia: tra le ipotesi adesso spunta Ca’ Lippo
di Eugenio Gulini
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Sabato 3 Giugno 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 11:13

PESARO - Nel balletto del sito dove realizzare il futuro biolaboratorio di livello 3 sono ormai allo zero le quotazioni di Torraccia, con la spallata data dall’ultima tracimazione del fiume Foglia che il 16 maggio scorso ha inondato proprio l’area comunale tra via Furiassi e via Grande Torino, e salgono invece quelle del territorio di Urbino. In particolare indiscrezioni farebbero ricadere la scelta su Ca’ Lippo, tra i Comuni di Urbania e Urbino, non molto lontano dalla discarica di Ca’ Lucio.

Dopo la contestata discarica di Riceci ecco dunque che le colline di Urbino finiscono nuovamente nel mirino.

L’Istituto Zooprofilattico Marche Umbria ha necessità di spostare la sua attuale sede, ora a Villa Fastiggi, e di realizzare una struttura più moderna e consona.


Le attività


Il futuro laboratorio farà le stesse attività che fa l’attuale laboratorio di Villa Fastiggi e a queste si aggiunge una stalla contumaciale, cioè uno spazio in cui animali malati o sospetti di essere portatori di agenti patogeni possono essere isolati. Un laboratorio che diventerebbero Bsl 3 e che a Pesaro ha già scatenato proteste, come la manifestazione nazionale dello scorso primo maggio, e che ora rischiano di essere dirottate su Urbino. Il sindaco Maurizio Gambini a suo tempo interpellato ha detto «di non saper nulla» aggiungendo, però, che «sicuramente in un’area isolata dell’entroterra, anche per il ricovero di animali, sarebbe un luogo ideale. Urbino, inteso come città, no. Nel territorio un sito si trova».

Giorgio Mochi, ex sindaco di Piobbico, scelto dalla Regione a rappresentare le Marche in qualità di consigliere dell’Istituto Zooprofilattico è molto chiaro: «Ca’ Lippo? Dico no perché non se n’è ancora discusso. Nell’ultima riunione si è solo parlato di bilancio di previsione e consuntivo». A Ca’ Lippo tra l’altro esiste già un’azienda pilota che nacque a inizio anni ‘90 a sostegno dell’attività zootecnica, specializzata nella selezione di capi da riproduzione bovini e ovini da carne.

Dal 1997 l’attività è stata integrata con l’introduzione dell’indirizzo biologico: in particolare ha iniziato un’attività di sperimentazione nel settore su varietà di grano tenero, miglio e lenticchia per la quale si è provveduto a divulgare i primi interessanti risultati per quanto riguarda la produttività, i costi ed i parametri qualitativi del prodotto, nell’intento di fornire un utile servizio agli operatori del settore.


La situazione attuale


Sono stati realizzati alcuni progetti cofinanziati dal “Leader II”: l’attivazione di un osservatorio agro-ambientale e di un centro sperimentale per la fecondazione artificiale di ovini e bovini attingendo pertanto agli appositi finanziamenti europei. Attualmente l’azienda Ca’ Lippo, sia le terre che la stalla, di proprietà dell’Unione Montana medio e alto Metauro, è stata affittata ad un imprenditore agricolo. Una cosa è certa: 600/700 mila euro all’anno, a bilancio, all’Unione Montana del medio ed alto Metauro dall’Istituto zooprofilattico farebbero davvero gola.

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