PESARO - Il Bianchello del Metauro Doc, profumo autentico delle Marche, si prepara alla svolta bio. È stata una scelta naturale, in una regione che è tra le prime in Italia per attività che si dedicano al biologico e in una provincia, quella di Pesaro e Urbino, nella top ten per numero assoluto di aziende agricole biologiche.
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Nel 2019, la Doc marchigiana, ha celebrato i suoi primi 50 anni di Denominazione controllata e vanta una filiera virtuosa che opera con passione assecondando i ritmi della terra. Nove le cantine protagoniste, collocate nelle colline di Pesaro e Urbino che hanno dato vita al progetto “Bianchello d’Autore”, con il sostegno dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Una Doc di eccellenza, che nasce in un territorio caratterizzato da colline, allietate dalla brezza dell’Adriatico e protette, quando si risale verso l’interno in un percorso lungo 80km circondato da splendidi borghi, dalle sponde del Metauro. Le cantine di “Bianchello d’Autore” (Bruscia, Cignano, Claudio Morelli, Il Conventino di Monteciccardo, Di Sante, Fiorini, Mariotti Cesare, Terracruda, Fattoria Villa Ligi) producono quasi 40 diverse etichette delle tipologie previste dalla Doc: tradizionale, superiore, passito e spumante.
«Questi dati – concludono i produttori – significano che si sta lavorando nella direzione giusta in un periodo particolarmente difficile. Le cantine sono aperte e siamo pronti per la ripartenza, fiduciosi di lavorare di nuovo con clienti stranieri. Stiamo facendo investimenti strutturali sia nella logistica che in cantina attraverso l’e-commerce. Le aspettative, a fine vendemmia, sono state confermate: abbiamo ottenuto un ottimo vino con il quale auspichiamo di brindare insieme al Natale e al nuovo anno».
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