Barista ossessionato da una 13enne, la perseguita e minaccia anche i genitori

Barista ossessionato da una 13enne, la perseguita e minaccia anche i genitori (Nella foto: il tribunale di Pesaro)
Barista ossessionato da una 13enne, la perseguita e minaccia anche i genitori (Nella foto: il tribunale di Pesaro)
di Luigi Benelli
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 16:10

PESARO - Cinquanta chiamate in una sola giornata, i messaggi lasciati sull’auto del padre di lei ma anche i whatsapp alla amica per cercare un contatto. Era persino evaso dai domiciliari per cercarla. È iniziato ieri il processo con rito abbreviato nei confronti di un 31enne pesarese invaghitosi di una ragazzina di 14 anni. 


Colpo di fulmine


L’aveva conosciuta al bar dove lavorava poi da quel momento le sue attenzioni erano diventate costanti.

Appostamenti, messaggi in cui le mandava le foto di gesti di autolesionismo e poi pedinamenti. Fino al giorno dell’arresto, in aprile. Per lui l’accusa è di atti persecutori nei confronti della ragazzina e verso una sua amica e di danneggiamenti. Un comportamento con motivazioni sentimentali ma in realtà persecutori per l’atteggiamento possessivo fino all’ossessione. Tutto è inizio nel luglio del 2021 quando lei capitò nel bar dove il 31enne lavorava. Lui si è invaghito nonostante avesse davanti una bambina di 13 anni. 


E sin da subito le aveva promesso che era pronto a «fare dei casini per lei». La chiamava ripetutamente anche oltre 50 volte in una stessa giornata. Un comportamento sprofondato anche nell’invio di immagini e video che lo ritraevano mentre si procurava gesti di autolesionismo per questo amore non corrisposto. Gesti che neanche a dirlo, turbavano la ragazzina. Pedinamenti e appostamenti di giorno ma anche di notte e non solo rivolti alla minorenne ma anche ai suoi genitori sempre con l’obiettivo di vederla. In due occasioni si era persino accanito contro l’auto dei genitori tagliando le gomme a quella della madre e imbrattando con una bombola spray i vetri di quella del padre. Arrivando anche a minacciarlo. 


La paura


Comportamenti che hanno generato un forte stato d’ansia nella ragazzina tanto da modificandone anche le abitudini di vita, talvolta fino a farle rinunciare alla scuola. I carabinieri erano dovuti intervenire per ben due volte nello stesso giorno per allontanarlo da sotto casa. 


Vari e vani i tentativi di dissuaderlo perché lui avrebbe detto: «Ormai è troppo tardi, devo andare in fondo a questa storia». Ad aprile, si era appostato ancora sotto casa, così i carabinieri lo hanno arrestato per atti persecutori aggravati dal fatto di averli commessi contro una minorenne. Per l’accusa ci sono gravi indizi di pericolosità sociale, desunti anche dal fatto che il giovane ha avuto precedenti legati alla sua ex, che avrebbe percosso. Il 30enne era stato posto agli arresti domiciliari, ma con l’obbligo del braccialetto elettronico, così che potessero essere controllati i suoi spostamenti evitando nuovi contatti con la vittima. 


La fuga


Ma a maggio lui era persino evaso dai domiciliari per andare a cercarla. Aveva utilizzato il permesso per vedere la psichiatra, ma dopo la visita ha fatto una deviazione ed è stato visto sotto casa del padre di lei. Così era scattato un nuovo arresto. Il giovane è difeso dall’avvocato Alberto Bordoni e l’udienza è stata aggiornata ad aprile. La ragazzina si è costituita parte civile tramite l’avvocatessa Liuba D’Angeli. La richiesta di risarcimento depositata è di 80mila euro per la minorenne e 30mila per ciascun genitore.

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