ESARO “Siamo chiusi per mancanza di personale”: il cartello si trova affisso all’ingresso del “Banco Alcolico Pic nic Lab”, locale di viale Mosca, a Baia Flaminia, che offre poke, taglieri e piatti in vasocottura da consumare sul posto o con cestino in spiaggia. Ha aperto a ridosso dell’estate e alla fine di agosto ha iniziato a postare sui social avvisi di ricerca di personale: «Chiediamo aiuto. Ricondividi per aiutarci a trovare al più presto i nostri nuovi collaboratori». Poi ieri il cartello a cui si aggiunge un indirizzo mail per chi fosse interessato a lavorare con il “Banco Alcolico”. Un avviso che, purtroppo, non stupisce più di tanto le associazioni di categoria.
Le osservazioni
«La carenza di personale nella ristorazione è un dato di fatto che ha pesato sulla stagione - spiega Davide Ippaso, segretario di Confcommercio - alla base un mix di cause che vanno dal reddito di cittadinanza a stipendi rimasti ancorati a 30 anni fa.
I settori
Non è l’unico settore in crisi di personale. In quello dei trasporti, ad esempio, mancano gli autisti e si pone un problema di ricambio generazionale con un’età media di 45-48 anni. «Sono varie le cause della disaffezione dei giovani verso la cabina del camion» spiega Lucio Barattini, presidente del Consorzio Carp di Pesaro e portavoce nazionale Cna Trasporto. «Innanzitutto, c’è una difficoltà di accesso. Quando era obbligatorio il servizio militare, le Forze Armate erogavano patenti superiori mentre oggi costano caro e bisogna aggiungere una serie di certificazioni, come la Carta di Qualificazione del Conducente o ancora quella per le merci pericolose che necessitano tanti esborsi. Poi, oltre alla burocrazia, è un mestiere impegnativo dal punto di vista della famiglia». La soluzione? «Allargare la base, di fatto ci rivolgiamo sempre più alle autiste-donne».
Alternanza scuola-lavoro
E poi c’è l’edilizia. «Il peggio – sottolinea Enrico Mancini della Mancini Costruzioni - è che non cerchiamo chi sappia lavorare ma chi abbia voglia di lavorare. Manchiamo di manovali e non riusciamo a formare nessuno. Un problema che dovremo affrontare: la Confartigianato lo ha fatto nell’alternanza scuola-lavoro. Ci siamo riusciti al Benelli per le estetiste, al Bramante-Genga per il legno, lo dobbiamo proporre per il settore edile».