Aste flop, terreni svenduti: da 2 milioni a 80mila euro. Lunedì un altro tentativo

Aste flop, terreni svenduti: da 2 milioni a 80mila euro. Lunedì un altro tentativo
Aste flop, terreni svenduti: da 2 milioni a 80mila euro. Lunedì un altro tentativo
di Luigi Benelli
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Venerdì 5 Marzo 2021, 09:05

PESARO -  La crisi e la bolla immobiliare: il terreno passa da un valore di 1,7 milioni di euro a 80 mila e sei aste deserte. E’ la storia di un lotto edificabile nel Comune di Acqualagna oggetto di una procedura fallimentare. A raccontarla il curatore, avvocato Marco Vitali.

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«L’impresa Eurocostruzioni srl nel 2000 ha avviato un grande progetto imprenditoriale.

Acquistò ad Acqualagna un terreno per oltre quattro ettari e mezzo, in località “Frena” (nella foto), zona limitrofa all’area adiacente al centro storico della cittadina, già in forte espansione residenziale, con vista unica su tutta la valle. L’impresa discusse a lungo con il Comune, trovando l’appoggio dell’Istituto bancario locale Bcc e alla fine, nel 2008988, l’area venne messa a bilancio a 1.760.000 euro con un progetto di costruzione di oltre quaranta villette bifamiliari per oltre ottanta appartamenti e lavori stimati per 2.400,000 euro».


Tutto sembrava andare per il meglio ma arrivò la prima crisi immobiliare, la società ha provato a resistere in attesa della ripartenza del mercato fino al 2017, quando viene fatta istanza di fallimento. L’anno dopo il fallimento. E qui cambia tutto il paradigma con un crollo del valore. «Nel 2019 il perito ha valutato l’area di 47 mila metri quadri, secondo il cambiamento del mercato immobiliare, sempre riferita alla costruzione di oltre un’ottantina di appartamenti, in 200.000 euro». A questo punto il curatore dopo ogni opportuna valutazione ha disposto la tentata vendita mediante asta, la prima delle quali si è svolta due anni fa, il 14 gennaio 2019 ed è andata deserta. Tentativi ripetuti e infruttuosi malgrado i progressivi ribassi di prezzo. Per altre sei volte nessuna offerta. La prossima settima asta è fissata per il giorno 8 marzo.

«Nell’opinione del curatore – spiega Vitali - l’apparente mancanza di interesse da parte di potenziali acquirenti è in parte motivata dalla impossibilità di frazionamento del lotto. Nel 2010 è stata riesaminata la lottizzazione ma si sono mantenute le prescrizioni ed i parametri della prima approvazione, con iscrizione al bilancio comunale per un valore di circa 1.700.000 euro. E’ evidente la paura degli investitori di acquistare un lotto così importante e dover poi intraprendere un nuovo iter di modifica del piano che però sarebbe estremamente produttivo. Uno studio di valorizzazioni immobiliari ha valutato che se ci fosse un cambiamento di progettazione, pensando a solo 25 abitazioni, rispetto alle oltre 80 case autonome dal punto di vista energetico, non collegate neppure alla rete si potrebbe ipotizzare un utile di oltre 900.000,00 euro». 


«Il curatore - prosegue Vitali - ha interloquito con l’amministrazione del comune di Acqualagna per valutare la possibilità di frazionamenti ma ad oggi non è stata possibile alcuna revisione. Ora il prezzo base è di 79.000 euro per il prossimo tentativo di vendita, valore che evidenzia il grave deprezzamento del bene e la grande opportunità per le società che acquistano beni dai fallimenti. E’ un esempio - conclude l’avvocato - di come talvolta si frappongono al raggiungimento dello scopo ostacoli, anche di ordine burocratico, che sfociano in un immotivato deprezzamento dei beni e portano a un indefinito allungamento dei tempi di definizione della procedura».

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