Pesaro, nessuno sconto, confermato l'ergastolo per Safri: «Ha ucciso Sabrina»

Pesaro, nessuno sconto, confermato l'ergastolo per Safri: «Ha ucciso Sabrina»
Pesaro, nessuno sconto, confermato l'ergastolo per Safri: «Ha ucciso Sabrina»
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Maggio 2020, 10:59

PESARO - Confermato anche in Corte d’assise d’appello l’ergastolo a Zakaria Safri, il 39enne accusato dell’omicidio di Sabrina Malipiero, la 52enne pesarese uccisa a coltellate il 13 luglio 2018 in strada Pantano a Pesaro. Una decisione arrivata dopo oltre due ore di camera di consiglio e una lunga discussione nella mattinata. Safri era collegato in video conferenza dal carcere mentre i suoi legali Francesca Biagioli e Gianluca Sanchini erano in aula.

LEGGI ANCHE:
Ancona, con la Fase 2 riparte il crimine: «Attività in crisi e confini riaperti: occhio a usura, truffe e furti in casa»

Corri in edicola, con il Corriere Adriatico un inserto speciale sul futuro che ci aspetta e in omaggio una mascherina


«E’ una decisione che rispettiamo – commenta a caldo Sanchini assieme a Biagioli – però annunciamo sin da ora il ricorso in Cassazione. Abbiamo presentato una richiesta di rinnovazione delle prove, ma dovremo attendere i 90 giorni per avere la motivazione della sentenza. Safri è deluso e anche in questa sede ha professato la sua innocenza. Per cui andremo avanti fino all’ultimo grado di giudizio».
 
La difesa ha provato a discutere su più punti. «Alcuni erano legati al giudizio immediato e attengono alla sfera prettamente giuridica rispetto alla custodia cautelare in carcere per l’omicidio e non per la rapina – spiega Sanchini – Abbiamo rinnovato i nostri dubbi sulla confessione. Ma stando al processo e alle prove, abbiamo fatto presente della registrazione Whatsapp finita agli atti perché mandata da Sabrina nei momenti prima della morte in cui si sente una voce maschile. Il perito ha parlato di blanda compatibilità con quella di Zakaria Safri. Su questo punto abbiamo provato a batterci per capire di chi fosse realmente e per sapere se ci poteva essere qualcun altro in casa. Il nostro ricorso non è stato accolto, ma andremo in Cassazione». Safri era stato condannato all’ergastolo in primo grado a Pesaro per l’omicidio della donna. Era caduta l’aggravante della crudeltà ma non quella legata ai futili motivi. L’omicidio resta collegato anche alla rapina della borsa e dell’auto di Sabrina. Secondo quanto emerso durante il processo Safri avrebbe avuto un debito di droga con la donna. E per il pm Silvia Cecchi l’omicidio ha avuto anche una «marca femminicida. Zak avrebbe accumulato frustrazione per le avances schivate e ha dimostrato disprezzo mentre la trucidava con 11 coltellate. Gliele ha fatte pagare tutte».
Lucido nell’azione
Safri è stato trovato positivo alla cocaina e ai cannabinoidi, ma era lucido quando ha agito. In primo grado l’accusa ha sempre sottolineato alcune «evidenze scientifiche. A partire dal dna di Safri trovato sotto le unghie di Sabrina. Ma anche sui coltelli con cui l’ha uccisa. Perché Safri si è ferito durante la colluttazione e ha lasciato il suo sangue, anche su una coperta». Prove definite «oggettive, inconfutabili, formidabili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA