PESARO - L’appartamento e i soldi del conto corrente lasciati in eredità alla badante. Ora la donna è a processo per circonvenzione di incapace e appropriazione indebita. Ma l’avvocato è pronto a smontare la tesi dell’accusa. Lei è una signora ucraina che oggi ha 75 anni, ma i fatti iniziano dal 2014 e proseguono fino al 2020, quando l’anziano che accudiva è morto ed è stato aperto il testamento.
L’accusa
Secondo l’accusa la donna avrebbe indotto a scrivere o dettato un testamento olografo nel quale lasciava l’appartamento del valore di 140 mila euro in eredità alla signora. Il tutto approfittando dello stato di infermità dell’uomo. Uno scritto che avrebbe tagliato fuori i futuri eredi legittimi, redatto in un momento in cui l’uomo era considerato «invalido ultrasessantacinquenne con necessità di assistenza continua e non in grado di compiere atti quotidiani della vita». Tanto da avere anche un’assistenza domiciliare socio sanitaria. Il testamento olografo era stato depositato dal notaio. Ma non è tutto, perché secondo l’accusa la signora si sarebbe appropriata indebitamente di somme di denaro prelevate dal conto corrente intestato all’anziano pur non avendo la procura a operare mediante gli assegni bancari.
L’uomo firmava e staccava assegni eccedenti alla retribuzione della signora.
La perizia
E’ stata depositata anche una perizia calligrafica rispetto all’originalità del testamento e delle firme, documento che sarebbe stato redatto 7 anni prima della morte. La difesa sostiene anche che la malattia era invalidante fisicamente e non ne aveva compromesso le capacità di intendere e volere al momento della stipula del testamento. La battaglia legale continuerà nelle prossime udienze.