Pesaro, anziani costretti a comprare elettrodomestici: l'ex Olgettina a processo per estorsione

anziani costretti a comprare elettrodomestici: l'ex Olgettina a processo per estorsione
anziani costretti a comprare elettrodomestici: l'ex Olgettina a processo per estorsione
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Venerdì 21 Febbraio 2020, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 16:05

PESARO - Il racconto delle vittime della presunta truffa. Lo stato d’ansia, le pressioni, le spinte. In aula anche l’ex “OlgettinaErika Marcato. Bionda, ex coniglietta di Playboy, nota anche per essere stata nel giro delle ragazze che ruotavano attorno alla villa di Arcore di Berlusconi, la Marcato si è presentata in aula a Pesaro in abito nero, stivali con borchie.

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È a processo assieme ad altri tre con l’accusa di estorsione e tentata estorsione ai danni di anziani. Il gruppo, secondo le carte dell’inchiesta, vendeva porta a porta rifilando contratti a cifre da capogiro. Con la Marcato, il 53enne produttore cinematografico di Selvazzano Amedeo Gagliardi, il 57enne Andrea Callegari e Mirco Chieregato, 40enne che avrebbe avuto il ruolo di prestanome. Otto gli episodi contestati nel Pesarese, risalenti al 2016.
 
In aula hanno sfilato i testi. Una signora ha raccontato che tutto è iniziato con «una telefonata con prefisso di Milano che annunciava che sarebbe passato un incaricato a consegnare un catalogo. E’ arrivata una ragazza, si è presentata come Valentina». La teste ha riconosciuto la Marcato come la Valentina annunciata. «Mi disse se potevo firmare un foglio in cui davo il consenso a far venire un’altra persona (Gagliardi ndr) per sottoscrivere un eventuale acquisto dal catalogo. Il tutto senza impegno. Una firma che valeva anche per confermare il fatto che la ragazza era passata. Con leggerezza ho firmato, ma poi ho scoperto che era un contratto e soprattutto che quando la seconda persona si è presentata erano già passati i 14 giorni entro i quali si può recedere. L’uomo mi ha detto che dovevo scegliere dei prodotti e che ormai avevo firmato il contratto. Non volevo dirlo a mio marito, ma sono stata costretta a fare un primo acquisto da 3400 euro per un asse da stiro e un ferro a vapore. Ero riuscita a farmi annullare il secondo ordine, ma la cifra era importante, ancora pago le rate. Ero andata a piangere in bagno, in preda al panico. Se non avessi rispettato il contratto mi aveva detto che ci sarebbe stata una causa e avrei perso più soldi». Fuori dall’aula altri testi. Il sistema era lo stesso. Una signora ha rivelato. «Per fortuna quel giorno c’era il cane di mio figlio che ha messo in fuga quell’uomo”. 
Un’altra donna ammette: “Ero nel panico, quell’uomo mi ha detto che avremmo pagato oltre 20 mila euro gli avvocati se non avessimo acquistato i prodotti». Infine la signora da cui è partito tutto. «Avevo capito che si trattava di una truffa, non volevo comprare niente. Quell’uomo mi ha detto che mi avrebbe fatto pignorare la pensione. Avevo la pressione alle stelle, ero agitata. Poi è tornato mio marito e quell’addetto voleva andarsene. Io volevo che rimanesse, e lui davanti al cancello mi ha spinta e mi ha fatta cadere a terra. Per fortuna abbiamo preso la targa e chiamato la polizia: da qui è iniziata tutta l’indagine». Quella messa in piedi dalla procura con il pm Giovanni Narbone. Dall’altra parte gli avvocati della Marcato, Simone Valenti e Olimpia Frapiccini fanno sapere: «Noi riteniamo che siano stati legittimamente fatti firmare dei contratti senza nessun raggiro o truffa.

Tanto è vero che nessuna di queste persone ha fatto denuncia, si tratta di un rapporto contrattuale, la merce è arrivata e di buona qualità e in alcuni casi i contratti sono stati risolti. Non c’è nulla dello schema estorsivo che fa trasparire l’accusa. Erika è arrabbiata per questa imputazione, ma fiduciosa».

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