Amministrava la sorella invalida facendole sparire i soldi dal conto: condannato a 26 mesi

Amministrava la sorella invalida facendole sparire i soldi dal conto: condannato a 26 mesi
Amministrava la sorella invalida facendole sparire i soldi dal conto: condannato a 26 mesi
di Luigi Benelli
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Giovedì 23 Giugno 2022, 03:50

PESARO  - E’ l’amministratore di sostegno della sorella, ma dal conto spariscono 20mila euro. Una storia che ieri è finita davanti al Gup e che ha trovato il suo epilogo in una condanna. Secondo quanto emerso in sede di indagini un uomo di 53 anni era diventato amministratore della sorella, una donna di 45 anni residente in una struttura protetta di Pesaro in quanto non autosufficiente.

Per l’accusa il fratello, in quanto tutore e pubblico ufficiale, avrebbe messo in piedi un disegno criminoso avendo avuto la disponibilità di oltre 30mila euro nel conto della sorella.

Così, mediante più prelievi non giustificati e non documentati, avrebbe alleggerito il conto di ben 20mila euro. Soldi non destinati a soddisfare le necessità della donna. 


Dunque è finito a processo con l’accusa di peculato, aggravato dal fatto di aver approfittato della minorata difesa della donna.Ovvero quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria. Per il 53enne anche il reato di rifiuto di presentare atti di ufficio. In pratica avrebbe dovuto presentare al giudice tutelare del tribunale di Pesaro i rendiconti delle spese sostenute per l’assistita.

Ma i nodi sono venuti al pettine perché la casa di cura ha iniziato a reclamare le rette non pagate e si è aperto così il vaso di pandora. Così sono state avviate le indagini e si è scoperto tutto. Il nuovo amministratore di sostegno della donna è l’avvocatessa Alexandra Tamburini che si è costituita parte civile assieme all’avvocato Andrea Casula per tutelare la signora e ricomporre il danno patrimoniale subito. 
 

L’epilogo
Durante le indagini l’uomo aveva ammesso gli addebiti, ma non avrebbe risarcito la sorella, anzi non aveva risposto mai ai solleciti. È difeso d’ufficio dall’avvocatessa Liana Pesaresi. Così non si è arrivati al patteggiamento e si è proceduto con rito abbreviato. Ieri l’epilogo con il giudice che ha condannato l’uomo a 2 anni 2 mesi più una provvisionale di 20.220 euro. 

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