Amga, spunta un nuovo ricorso nella contesa tra Comune e privati. I proprietari chiedono la revoca della sentenza che li obbliga a pagare

Amga, spunta un nuovo ricorso nella contesa tra Comune e privati. I proprietari chiedono la revoca della sentenza che li obbliga a pagare
Amga, spunta un nuovo ricorso nella contesa tra Comune e privati. ​I proprietari chiedono la revoca della sentenza che li obbliga a pagare
di Thomas Delbianco
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Domenica 20 Febbraio 2022, 06:50

PESARO -  Ex Amga, contenzioso infinito: i privati non mollano, nuovo ricorso in tribunale per il risarcimento danno. E ora il cantiere della bonifica “si apre” alla città per consentire i lavori al marciapiede. La signora che abita lungo via Morosini si accorge, alla domanda del cronista, che i teli a protezione dell’area Ex Amga interessata dall’inquinamento fuoriuscito nel 2010, non ci sono più.

«Cerco di guardare il meno possibile da quella parte.

Adesso che me lo fa notare, effettivamente è da poco tempo che non ci sono più le coperture. Spero però che quei parcheggi che sono stati occupati, tornino a disposizione, perchè chi abita in questa via ne ha bisogno». La residente non dovrebbe preoccuparsi più di tanto da questo punto di vista, perchè l’ordinanza comunale indica che il divieto di sosta durerà fino al 26 febbraio. 


Certo che questi lavori di completamento del marciapiede adiacente al cantiere di bonifica ex Amga, iniziati il 14 febbraio, hanno dato l’occasione a chi passa lungo via Morosini di sbirciare dentro il cantiere, per anni nascosto agli occhi esterni. E si può vedere che i lavori vanno avanti, la ruspa è in movimento, così come gli uomini sono operativi dentro il cantiere. Secondo le ultime informazioni che aveva fornito l’assessore all’Ambiente Heidi Morotti, è stata avviata la fase naturalistica della bonifica, praticamente il secondo step dei tre previsti e a marzo inizierà la piantumazione, i primi ad arrivare saranno i salici. Le ultime analisi del terreno, mostrate in Conferenza dei Servizi, sono state incoraggianti da questo punto di vista. Un progetto appunto a step, che prevede la pulizia dell’area, la realizzazione delle opere civili, scavi e realizzazione del fito-lago. 

L’azione di bonifica si svolge su due binari. Da un lato Bioaugmentation, ovvero l’addizione di microorganismi selezionati dal sito e specializzati nella biodegradazione dei contaminanti target, al fine di attivare-accelerare i processi degradativi di interesse per la bonifica del sito. E Phytoremediation cioè l’utilizzo dei processi metabolici e fisiologici caratteristici delle piante per contenere, eliminare o ridurre, al di sotto di valori di concentrazione stabiliti dalla legge, la presenza nell’ambiente di alcune sostanze organiche e inorganiche classificate come pericolose. Nell’area di via Morosini verranno piantate più di 20 specie verdi e 500 piante: oltre 200 alberi, tra prima e seconda classe, arbusti medi e piccoli e erbacee permanenti.

Una volta che l’area sarà piantumata e sistemata, verrà mantenuta anche grazie alla presenza di un laghetto realizzato con le acque della falda purificate e che serviranno per il sostentamento del verde. Ma ci sono novità che arrivano anche sul fronte del contenzioso infinito che si trascina da anni nella contrapposizione tra privato e pubblico. 


Nello scorso autunno la Corte d’Appello di Ancona aveva respinto il ricorso delle società costruttrici dell’allora comparto residenziale rispetto all’edificabilità della terza torre, condannandole al pagamento in solido anche a favore del Comune di Pesaro delle spese di giudizio, quasi 49mila euro. Le ditte hanno presentato un ulteriore ricorso per la revoca della sentenza 920/21 della stessa Corte d’Appello. Il Comune ha deciso di resistere in giudizio, con un atto pubblicato pochi giorni fa. 

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