PESARO - Un menage a trois tutt’altro che gradito. Il marito si era portato a casa l’amante in presenza della moglie. Tra l’altro le due erano persino conoscenti. Per imporre questa conivenza l’uomo è ricorso maltrattamenti per i quali è finito a processo. Ieri la sentenza.
Era il periodo del lockdown più rigido e l’uomo, un 40enne, operaio, non riusciva a vedere l’amante così ha pensato bene di portarla in casa.
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Una miscela esplosiva durata pochi giorni perché la moglie, anche lei 40enne, è andata dall’avvocato per chiedere la separazione. Ma davanti al legale si è aperto il vaso di Pandora perché la signora ha raccontato anche anni di maltrattamenti e vessazioni fisiche, tanto che alla fine ha deciso di denunciare il marito. Accuse ritenute fondate, dato che era scattato anche il divieto di avvicinamento alla donna per il marito. E davanti al collegio del tribunale di Pesaro si è aperto il processo per maltrattamenti.
E ancora: «Ti brucio viva», facendole vedere un accendino. Una coppia già conosciuta alle forze dell’ordine per delle richieste d’aiuto da parte di lei, poi ridimensionate. Lui ha sempre negato ogni addebito riconfigurando i fatti nelle liti familiari dovute alla separazione. Ieri la discussione davanti al collegio con la 40enne che si è costituita parte civile tramite gli avvocati Daniele Conti e Marco Subiaco del foro di Ancona. Il collegio ha condannato l’uomo a 3 anni e 8 mesi e 10 mila euro di risarcimento.
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