«Adesso basta», il pesarese di origini
rom querela Salvini per il razzismo

«Adesso basta», il pesarese di origini rom querela Salvini per il razzismo
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Sabato 11 Agosto 2018, 05:05
PESARO - Un gesto forte e simbolico. Alievski Musli, 30 anni, pesarese d’adozione (vive e lavora in città da anni), nativo della Macedonia ma di origini rom, ha querelato il ministro dell’Interno Matteo Salvini per discriminazione razziale. È lui stesso ad annunciarlo: «Ho preso una decisione che nessuno in questi anni ha avuto il coraggio di fare – racconta Musli da tempo impegnato nel campo dei diritti umani e civili - Dopo anni di offese gratuite, discriminazioni, stereotipi negativi, è tempo di dire basta. Basta incrementare il clima d’odio che si sta diffondendo. Basta attacchi gratuiti, ma soprattutto bisogna denunciare affinché non accada un altro 1944».
  
Un riferimento alle parole del ministro leghista sul tema della legge Mancino in merito alle discriminazioni razziali. Il tutto postando sulla propria pagina Facebook l’immagine del testo della querela presentata a Roma. Il motivo è la «discriminazione razziale per la sua intenzione di censire i rom e per averli definiti parassiti durante la conferenza stampa con la sindaca Raggi per lo smantellamento del campo di Roma». Un post che in poco tempo ha totalizzato oltre 800 like decine e decine di commenti e 200 condivisioni. Un’iniziativa sostenuta anche da Possibile. «È stata appena depositata alla Procura di Roma la denuncia di Alievski Musli nei confronti del ministro Matteo Salvini, dopo le parole usate nei confronti dei rom nelle scorse settimane (“parassiti” e “quelli italiani purtroppo dobbiamo tenerli qui”). Possibile ha messo a disposizione di Alievski la propria competenza in materia di diritti umani e antidiscriminatoria, e l’assistenza legale gratuita».
Queste le parole di Andrea Maestri, esponente di Possibile, insieme alla segretaria nazionale Beatrice Brignone. La denuncia nei confronti di Salvini è per la violazione della Costituzione, oltre che del Testo Unico sull’Immigrazione e delle norme contro le discriminazioni.
«Le parole di Salvini – aggiunge Maestri – si configurano chiaramente come un incitamento all’odio razziale. E si capisce anche il motivo per cui la Lega ha rilanciato la volontà di intervenire sulla Legge Mancino: così facendo si darebbe mano libera alla peggiore propaganda razzista. Quella norma non solo deve restare intatta, ma deve essere applicata in tutti i casi di razzismo e xenofobia».
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