Tavullia, lite finisce nel sangue: squarcia il ventre all'amico con una bottiglia

Tavullia, lite finisce nel sangue: squarcia il ventre all'amico con una bottiglia
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 16:39

TAVULLIA - I motivi, ancora ora, li sanno solo gli interessati, quel che è certo è che, nella notte tra il 16 e il 17 ottobre, in piazza Marconi di Padiglione di Tavullia, di fronte al bar Sapori di Pizza, è scoppiato un violento litigio tra due conoscenti di lunga data, due cittadini marocchini residenti a Mondaino e a Gradara.

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Forse anche a causa dell’alcol ingerito da entrambi, la discussione è rapidamente degenerata e, in un impeto d’ira, il gradarese D.R., di 30 anni, ha infranto il bicchiere che aveva in mano e ne ha usato il coccio per pugnalare l’amico coetaneo L.M. all’addome, lasciandolo poi sanguinante sul selciato per darsi alla fuga. Per fortuna del ragazzo steso a terra, un terzo connazionale ha attivato la macchina dei soccorsi prima che fosse troppo tardi.
 
Sul posto intervenivano immediatamente i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pesaro, assieme a personale del 118 che trasportava il ferito all’Ospedale San Salvatore. Qui il giovane veniva ricoverato in codice rosso e sottoposto subito a un intervento chirurgico d’urgenza. Nel frattempo, i Carabinieri della Stazione di Tavullia ricostruivano l’accaduto e si davano alle ricerche dell’aggressore, essendo risaliti alla sua identità nonostante la difficoltà di reperire testimoni. Forse per questo D.R. guadagnava il tempo di passare a casa per fare le valigie, ma riusciva ad andarsene prima dell’arrivo dei militari; agli operanti, il suo appartamento si presentava vuoto e silenzioso. La fuga del giovane, tuttavia, è durata appena una manciata di ore, il tempo necessario alla Sezione Operativa del NORM di Pesaro a mettersi sulle sue tracce e rintracciarlo a casa di un connazionale in un comune della vicina Romagna. La fortuna, tuttavia, è stata dalla parte dell’aggressore: la sua vittima non è in pericolo di vita e, dunque, il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica non è di tentato omicidio ma di lesioni aggravate, motivo per il quale è stato rilasciato dopo gli accertamenti e denunciato in stato di libertà, in attesa del processo. Il taglio, pur profondo, non ha infatti per fortuna colpito alcun organo vitale; una differenza di qualche centimetro sul corpo della vittima, ma enorme in termini giuridici, che ha cambiato il destino di due persone. Una dormirà in ospedale in prognosi riservata, ma vivrà, l’altra nel suo letto invece che in una cella.

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