Vittima di violenza a 15 anni aveva negato tutto: assolta dal reato di falsa testimonianza

La ragazza rimase vittima della violenza sessuale quando aveva 15 anni
La ragazza rimase vittima della violenza sessuale quando aveva 15 anni
di Marco Spadola
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Mercoledì 22 Settembre 2021, 08:23

PERGOLA - Prima la violenza sessuale subita ad appena 15 anni, poi l’imputazione per falsa testimonianza. Un calvario durato otto lunghissimi anni, conclusosi ieri con l’assoluzione piena per una ragazza pergolese, oggi quasi ventiquatreenne. Il nastro va riavvolto fino al 2013, quando ha inizio la brutta e triste storia. La giovanissima finisce vittima di un cinquantenne, amico di famiglia, condannato in primo grado per violenza sessuale, che spesso trascorreva del tempo con lei e il fratellino più piccolo. 

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La segnalazione nel 2013
Arriva in quei primi mesi del 2013 una segnalazione ai carabinieri della locale stazione e immediatamente partono le intercettazioni sui telefoni della ragazzina e dell’uomo.

Si concludono dopo circa tre mesi. Si analizzano telefonate, sms e foto. Emerge che tra i due non sussiste solo un rapporto di amicizia. La giovane viene sentita in udienza al Tribunale collegiale, dove il cinquantenne è imputato per violenza sessuale (sotto i 16 anni è comunque reato il rapporto sessuale con un adulto se a questi il minore è affidato). Lei non conferma le violenze.

Profondamente scossa e turbata, prevale probabilmente la vergogna e l’enorme difficoltà a interpretare chiaramente e a raccontare quanto accaduto, quanto subìto. Vengono spediti dal pubblico ministero gli atti in procura per le indagini sulla falsa testimonianza della ragazzina. All’udienza del maggio 2018 davanti al giudice del Tribunale penale di Pesaro, deponendo in qualità di testimone, nega di aver avuto dei rapporti sessuali con l’uomo. Le intercettazioni parlerebbero chiaro, gli elementi sembrerebbero dire esattamente il contrario.

Lei aveva negato i rapporti sessuali
Un rapporto non solo amicale quello tra l’allora quindicenne e l’amico di famiglia. Lei nega tutto, non solo i rapporti sessuali, ma anche le intercettazioni stesse. A suo dire sarebbero state frutto di manipolazioni da parte degli inquirenti, negando che alcune delle frasi riportate nelle trascrizioni peritali delle intercettazioni fossero state da lei pronunciate. Dal contenuto di una conversazione in particolare del gennaio 2013 emergeva invece che aveva avuto più volte rapporti sessuali con l’uomo. Per questi motivi la giovane viene indagata e imputata per falsa testimonianza. Ad inizio gennaio 2020 l’udienza davanti al Gup e poi altre quattro fino all’ultima di ieri. Un lavoro enorme quello dell’avvocato difensore della ventitreenne Ruggero Benvenuto del foro di Ancona, per far comprendere al giudice Franco Tetto che l’unica vera vittima della brutta storia fosse la ragazza.

Il pm voleva la condanna
E’ stata evidenziata, considerata anche la giovanissima età della ragazza all’epoca dei fatti, la difficoltà di interpretare e comprendere quanto stesse avvenendo, e poi, eventualmente, di raccontare. Una discussione incentrata sulla capacità della ragazza di avere effettivamente la volontà di non raccontare la verità. Il pubblico ministero a seguito della requisitoria ha chiesto la condanna a un anno e mezzo. Per il giudice Tetto il fatto non sussiste e ha assolto la ragazza con formula piena. Dopo periodi trascorsi in case famiglia, maggiorenne la ragazza ha intrapreso il suo percorso e ieri sulla sua vita è tornato a splendere il sole, cancellando il buio di tanti, troppi, anni. 

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