Paolini: «Urbino non è abbandonata». E la Provincia riaprirà la sede

Paolini: «Urbino non è abbandonata». E la Provincia riaprirà la sede
Paolini: «Urbino non è abbandonata». E la Provincia riaprirà la sede
di Miléna Bonaparte
3 Minuti di Lettura
Sabato 14 Gennaio 2023, 05:00

PESARO  - Un po’ come freno alla levata di scudi dell’entroterra per l’accorpamento con l’arcidiocesi di Pesaro, un po’ per ridare lustro all’ente di viale Gramsci declassato dalla riforma Delrio, tra poco più di un mese la Provincia riapre la sua sede a Urbino dopo circa nove anni di assenza. Si sprecano gli annunci che accompagnano l’evento, significativo anche per il momento storico. 


La ribellione della città ducale senza più un’autonoma guida ecclesiastica a distanza di milleseicento anni, in primis: «Ma adesso torna la primavera per Urbino, ci impegneremo verso un nuovo Rinascimento per il nostro co-capoluogo di provincia, la terra più conosciuta al mondo del centro Italia, dopo Firenze e Assisi». 


Citando Kennedy


E poi il presidente Giuseppe Paolini, 69 anni a maggio, anche per inaugurare alla grande il suo secondo mandato, cita una delle frasi più famose di Kennedy: «Non chiederti cosa può fare Urbino per te, chiediti cosa puoi fare tu per Urbino».

E se aveva un sogno come Luther King, «I have a dream», questo si è avverato. Frasi forse altisonanti per un servizio rivolto agli urbinati e ai cittadini del Montefeltro semplice, semplice. Che però fa la differenza. Due uffici aperti per l’intera giornata, mattino e pomeriggio, durante la quale il presidente Paolini, insieme a un suo collaboratore in sala d’attesa, sarà a disposizione delle comunità spopolate, sole e deluse delle aree interne. 


Tra febbraio e marzo


La sede si aprirà, tra febbraio e marzo, nell’istituzionale palazzo del Collegio Raffaello, sulla centralissima piazza della Repubblica, che ospita la sala del consiglio comunale, uffici distaccati di Prefettura e Polizia, qualche dipartimento dell’Università, alcune sale per mostre e conferenze. 


«La Provincia presto torna nella città ducale dopo una decina d’anni, un evento storico - annuncia Paolini -, incontrerò gli urbinati e i residenti dei centri vicini una volta alla settimana, non ho ancora deciso il giorno. Era stato Ucchielli ad aprirla e poi alla fine del mandato di Ricci, con la riforma dell’ente dettata dalla legge Delrio del 2014, è stata soppressa. Gli uffici sono già allestiti, è tutto pronto, possiamo essere operativi nel giro di pochissimo. Vogliamo garantire la nostra presenza per i cittadini che hanno bisogno di incontrare me, avvalendosi dei servizi della Provincia senza doversi sobbarcare chilometri e chilometri fino a Pesaro. Il senso di lontananza dalle istituzioni potrà essere in parte arginato».

Edilizia scolastica, viabilità e ambiente sono i principali temi dell’agenda urbinate di Paolini: «Non sono certo problemi secondari, ma dal declassamento in poi vengono finanziati con il contagocce, ci volevano sopprimere però non ci sono riusciti, le Province hanno la garanzia della Costituzione. Rivogliamo funzioni, servizi e finanziamenti che ci hanno tolto».


Riprendere le fila


La renaissance culturale e materiale resta il suo faro, da futuro ”duca” per un giorno di Urbino. «Una volta quando si andava a prendere un caffè in piazza della Repubblica - ricorda Paolini - si incontravano Carlo Bo o Paolo Volponi. Adesso è tutto come appannato. Sarebbe importante promuovere una nuova apertura mentale, vorrei tornare a quei tempi andati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA