Quattro neonati al giorno. Il primario: «Straordinario nascere in questo tempo»

Simona Floridi e Claudio Cicoli
Simona Floridi e Claudio Cicoli
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 13 Aprile 2020, 18:31
PESARO - La qualità più tenace è la resilienza, la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Al tempo del coronavirus, che colpisce così duramente la vita delle persone e della comunità, niente è più resiliente della vita stessa. L’epifania è nel reparto di ostetricia ginecologia del Santa Croce, l’ospedale “pulito” dell’azienda Marche Nord, dove è stato trasferito per questa emergenza il dipartimento materno infantile accorpando i due originari punti nascita di Pesaro e Fano. Mentre nelle rianimazioni si combatte una strenua battaglia per ogni malato, qui di giorno e di notte nell’arco delle 24 ore si accoglie, mediamente, la venuta al mondo di 4 bambini. Sono oltre 120 parti anche nel mese dell’epidemia: già nell’evidenza dei numeri c’è la forza della vita.

Vademecum per le degenti
«La nascita è sempre un evento incredibile, venire al mondo in questo tempo è davvero straordinario», dice il direttore Claudio Cicoli, che ha fatto stampare questa frase sull’opuscolo destinato alle donne in gravidanza, dove si spiega come per il Covid-19 sono cambiate le procedure e le relazioni nel reparto.

«In questo periodo un po’ surreale dove le mamme sono preoccupate di mettere al mondo un figlio – sottolinea Cicoli, affiancato da Simona Floridi, coordinatrice delle ostetriche - abbiamo alzato una barriera tra questo microcosmo di partorienti, che tipicamente vive una condizione di fragilità emotiva, e il maledetto virus, su cui ci sono ancora poche conoscenze, che si può nascondere ovunque e fortunatamente sembra “riverente”, lo diciamo tra virgolette, verso la donna e il bambino. Perché, per le sue caratteristiche a differenza di altri virus, non supera il filtro placentare della trasmissione da madre a feto».

La nuova organizzazione
La nuova organizzazione a Fano è operativa esattamente da un mese, dopo 11 giorni di accorpamento presso il San Salvatore di Pesaro. Con 3 sale parto e 21 posti letto, di cui 2 di osservazione breve intensiva, la disposizione logistica al Santa Croce è perfettamente funzionale grazie alla ristrutturazione del reparto di pochi anni fa; una dotazione che, per l’attuale differimento degli interventi ginecologici non urgenti, è compatibile con il bacino di utenza dei due punti nascita, che complessivamente trattano 1.500 parti all’anno.

«Con 18 medici, 32 ostetriche e 16 infermieri tra ostetricia, nido e pediatria - sottolinea il primario - ora abbiamo un modello di lavoro ideale, perché garantiamo sempre la presenza di due ginecologi nell’arco delle 24 ore, senza dovere ricorre in caso di emergenza alla reperibilità, con 4 ostetriche di giorno, 3 di notte e, quindi, una maggiore qualità del servizio».

Tampone a tutte le partorienti
Ma la differenza la fa soprattutto lo screening di tutte le mamme con il tampone faringeo eseguito 6 giorni prima della data prevista del parto, che destina le donne positive al punto nascita Covid allestito a Civitanova Marche. «La direzione ha sùbito accolto la mia richiesta, facendo processare quasi 130 tamponi al mese, il cui risultato è disponibile il giorno dopo - sottolinea Cicoli -. Ma c’è una finestra di pochi giorni prima del ricovero, perciò nel reparto adottiamo ogni dispositivo di sicurezza personale a partire dalle mascherine per le degenti».

Abbracci d'amore con gli occhi
Gli abbracci fisici non sono ammessi dove la vita emette il primo vagito, ma lo scambio degli sguardi non è meno intenso. «I papà non possono più assistere le partorienti durante il travaglio - spiega la coordinatrice delle ostetriche, Simona Floridi -, vengono introdotti nella sala parto solamente al momento della nascita, per fare una foto al bambino da mostrare ai parenti. Li vestiamo con la cuffia, il camice, il copriscarpe, i guanti e la mascherina. Quando mamma e papà vedono il bambino i loro occhi, pieni di endorfine, dicono tutto. Non si abbracciano più con il corpo ma si abbracciano con gli occhi. Poi si salutano e si rivedono a casa dopo due giorni, perché le dimissioni per i parti fisiologici sono accelerate (anche dopo 36 ore, ndr). È cambiata la tipologia della comunicazione ma non è cambiata la tipologia dell’amore. Le famiglie e noi operatori ci abbracciamo, comunque, da lontano».
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