Ospedale Urbino, attesa finita per la nuova risonanza magnetica ma la primaria facente funzione Cupertino saluta Medicina Interna

La primaria facente funzione va a Pergola e Fossombrone

I saluti. La primaria facente funzione Cupertino con il suo staff
I saluti. La primaria facente funzione Cupertino con il suo staff
di Gianluca Murgia
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Martedì 16 Maggio 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 11:35

URBINO Luci e ombre. In attesa della nuova dirigenza dell’Ast, che sarà ufficializzata a giorni, la parte urbinate dell’azienda ospedaliera convive da tempo in bilico tra eccellenze e carenze (di ogni tipo). Una situazione kafkiana, a 360 gradi, sintetizzata da quanto accaduto nelle ultime ore. Oggi, a distanza di quasi 5 anni, sarà finalmente attivata la nuova risonanza magnetica GE Healthcare, acquistata in leasing dall’allora Area vasta 1 nel 2019 (gara d’appalto vinta da Consip), con entrata in funzione annunciata prima per il 2022, poi posticipata per diverse problematiche note a gennaio 2023 e infine allo scorso marzo. Ieri sono state eseguite le ultime prove generali e, oggi, come promesso dal commissario straordinario Gilberto Gentili, si potrà sciogliere un nodo al fazzoletto grosso così. Anche perché la vecchia risonanza era rotta e inutilizzabile dallo scorso metà febbraio. Si tratta di una svolta tecnologica importantissima per tutto l’entroterra. 

 

La dipartita


E qui si spengono le luci. Perché ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro a Urbino per la primaria facente funzione di Medicina Interna Anna Maria Cupertino.

Con la sua professionalità e preparazione, dopo la perdita del professor Sossai, ha guidato il più grande dipartimento dell’ospedale in periodo di emergenza sanitaria Covid. Da oggi prenderà servizio negli ospedali di Pergola e Fossombrone («Fortunate a ritrovarsi una professionista così» ripetevano ieri in reparto). Un’altra perdita importante per il Santa Maria della Misericordia perché al momento, al suo posto, non è previsto nessuno. 

Sfumature nere


Altre sfumature nere. Come la storia che ha visto protagonista domenica, suo malgrado, una paziente arrivata in pronto soccorso il giorno prima. Sabato doveva stare a digiuno, domenica quando le hanno detto che poteva mangiare qualcosa, non potendo uscire dalla struttura, prima ha trovato il bar dell’ospedale chiuso e poi le macchinette, in tilt, che non accettavano soldi. Anche il bar dell’ospedale, infatti, è da tempo costretto a lavorare con orario ridotto per ottimizzare le spese, chiuso di domenica e – dicono i bene informati – pure senza musica per risparmiare. Aspetti minori, se vogliamo, ma emblematici: chi frequenta l’ospedale si trova a fare i conti con una riduzione di tutti i servizi (dai più importanti a quelli di contorno) che verrà ulteriormente aggravata dal 15 giugno al 15 settembre con le ferie del personale sanitario da smaltire. Insomma, il futuro direttore dovrà mettere mano a una situazione complicata tenendo presente che il Santa Maria della Misericordia ha numeri (vedi le emergenze-urgenze nei primi 5 mesi del 2023) e deve avere i numeri per garantire la giusta sanità all’entroterra. 

 

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