Sotto tiro la Regione, che sarebbe in ritardo, ancora ”alla cieca” senza progetti di fattibilità e fondi sufficienti a bilancio per il presidio pesarese. Ma ce n’è anche per l’Ast in seguito alla scelta, fatta in autonomia senza consultare il Comune in base all’accordo di programma dell’ottobre 2022, sul bando per le nuove sedi da prendere in affitto e dove trasferire, ”spezzettandola”, la cittadella psichiatrica. Torna a cavalcare lo scontro il consigliere regionale dem Andrea Biancani accreditato per la candidatura a sindaco: «L’esigenza di liberare Muraglia per il nuovo presidio sanitario, l’ospedaletto da 350-400 posti e non il grande centro da noi progettato tra Pesaro e Fano per 600 degenti, è diventato il pretesto, direi proprio il cavallo di Troia della Regione per spogliare Pesaro dei suoi reparti a favore del resto del territorio. Per esempio il dipartimento Materno Infantile, con Pediatria, Ginecologia e Ostetricia, torneranno a Fano e altre spoliazioni sono già state annunciate. Tutto questo con un anno di anticipo rispetto all’apertura del cantiere di Muraglia, a settembre 2024, e che a questo punto rappresenta una scusa per mettere in atto la politica di centrodestra del ”tutto aperto” e dei servizi a pioggia per accontentare il bacino elettorale».
Gli incastri
Senza scomodare Omero e le furbizie di Ulisse, bisogna ammettere che sono un’impresa complessa gli incastri delle strutture di Muraglia. «Il cantiere deve essere appaltato entro dicembre 2024 e l’intervento finito nel 2027, ma ancora la Regione non ha affidato i progetti di fattibilità - ricorda Biancani -.
La diagnostica
La Diagnostica senologica resterà invece a Muraglia, nella palazzina Solazzi, quella della Radioterapia e l’unica a rimanere in piedi. Mentre l’Unità manipolazione chemioterapici sarà collocata al piano terra del padiglione I e gli ambulatori di Diabetologia al piano terra del padiglione H del San Salvatore. «Togliendoci Pediatria la Regione vuole impoverire l’offerta sanitaria, privando la seconda città marchigiana e la vallata del Foglia di un servizio fondamentale - polemizza -. Non verrà più garantito neppure il Pronto soccorso pediatrico. Il sistema messo in moto non prevede il grande ospedale per razionalizzare la carenza di personale ed evitare la duplicazione dei reparti, il modello della Regione è quello di lasciare tutti gli ospedali così come sono, per motivi elettorali. Pesaro, Fano, Urbino e Pergola. Ma per garantire l’apertura si fa ricorso a professionisti di società private che costano più del doppio dei dipendenti del servizio sanitario». Biancani ribadisce infine che resta ancora in piedi l’accordo sottoscritto tra Comune, Regione e attuale Ast: «Se fossi il sindaco convocherei Acquaroli per sapere in quale direzione procedere e riattualizzare la precedente convenzione».
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