Urbino, il premio speciale di fisica
va anche al gruppo di ricerca Virgo

Da sinistra il rettore Stocchi, il professor Vetrano e alcuni componenti del gruppo di ricerca Virgo
Da sinistra il rettore Stocchi, il professor Vetrano e alcuni componenti del gruppo di ricerca Virgo
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Domenica 15 Maggio 2016, 19:15
 URBINO - Ai ricercatori del gruppo Virgo dell'università di Urbino va una parte del premio Special, che il comitato internazionale di selezione del  "Breakthrough prize in fundamental physics", nella sua  riunione a San Francisco, ha deciso di assegnare  alla collaborazione che ha scoperto le  onde gravitazionali a 100 anni dalla previsione di  Albert Einstein.

Il premio ordinario di 3 milioni di dollari è assegnato  annualmente alle ricerche migliori nel campo. Il premio  speciale è un riconoscimento straordinario, dello stesso importo, riservato a quelle scoperte che rivoluzionano  il mondo della fisica. Il premio odierno è stato diviso in due parti: la prima  di un milione di dollari va ai tre padri delle antenne  gravitazionali interferometriche (Ron Drever e Kip  Thorne, di CalTech; Rainer Weiss del Mit; tutti già da  tempo professori emeriti nelle proprie università); la  seconda parte di 2 milioni di dollari va a tutti i  ricercatori che hanno collaborato a questo studio  pluridecennale e al suo successo.

Tra questi c'è il  gruppo Virgo dell'università di Urbino che, grazie al  supporto dell'Istituto Nazionale di fisica nucleare, ha  sin dall'inizio giocato un importante ruolo in questa  avventura scientifica.  «È certamente giusto il riconoscimento esplicito a chi,  molti anni fa, ha messo in gioco tutto il suo avvenire  scientifico per questo sogno - ha riconosciuto Flavio  Vetrano, ordinario di fisica all'università di Urbino -  così come è giusto il riconoscimento per chi,  raccogliendo il testimone, ha portato a termine  un'impresa così esaltante e difficile. L'Italia ha i  suoi meriti in questo successo: speriamo che una  politica della ricerca lungimirante, partendo da questi  risultati di cui può giustamente rallegrarsi, si ricordi  di offrire ai suoi giovani la possibilità di spendere  qui i propri talenti; troppo spesso, nonostante queste  dimostrazioni di eccellenza, i nostri giovani devono  andare all'estero per poter proseguire il loro cammino  di studio e di scienza». 
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