Omicidio di Pesaro, lo strazio della madre di Alessandrini: «Pierpaolo Panzieri era l’unica persona che faceva ragionare Michael»

Ricci vuole incontrare i Panzieri

Omicidio di Pesaro, lo strazio della madre di Alessandrini: «Pierpaolo era l’unica persona che faceva ragionare Michael»
Omicidio di Pesaro, lo strazio della madre di Alessandrini: «Pierpaolo era l’unica persona che faceva ragionare Michael»
di Letizia Francesconi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Febbraio 2023, 04:55
PESARO Basta guardare il volto di Silvia Di Lena per vedere gli occhi di una donna devastata. «Mi sono consumata per salvarlo» come lei stessa si descrive a 24 ore dall’arresto di suo figlio Michael Alessandrini per l’omicidio di Pierpaolo Panzieri. Due famiglie faccia a faccia in uno specchio deformante, quelle di Michael Alessandrini e Pier Paolo Panzieri. Da una parte i genitori del presunto omicidio, dall’altra padre e madre della vittima massacrata con 13 coltellate In mezzo una devastazione comune, una vita da dividere in prima e dopo. Ieri Silvia Di Lena ha rilasciato interviste a Rai 2 e Rai 1: «Non lo so se amerò più mio figlio, se non lo amerò, ho queste sensazioni contrastanti dentro. Deve pagare per quello che ha fatto» ha detto a La Vita in Diretta, il programma di Rai1 condotto da Alberto Matano. 

«Purtroppo, ultimamente beveva quando stava male perché psicologicamente non era a posto, a un anno e mezzo l’ho portato in ospedale e mi hanno fatto un referto con “paziente affetto da turbe affettivo-relazionali”, questo ragazzo è nato bacato. Noi siamo tutti vittime, Piero era l’unico che cercava di farlo ragionare, un ragazzo di cuore, buono, che per la sua bontà ci ha rimesso la vita. Se potessi morire io al posto suo lo farei. Ho bisogno solo di chiudermi in una bolla per continuare a vivere e a fare tutti i giorni i conti con questa sofferenza che ho, con questo senso di colpa che ho, con questo combattimento che ho tra il voler vedere mio figlio se torna, non torna e come sta o non volerlo più. Mi vergogno anche da una parte perché l’ho messo al mondo, purtroppo».


Qualcosa che non va


Michael non è quella «schifezza di persona», dicono mamma Silvia e Papà Adriano. Ma fin da bambino nella testa di Michael c’era qualcosa di strano, che non andava.

Ma Michael pare non fosse cura per disturbi psichiatrici o della personalità. Non voleva farsi curare, così i suoi genitori, nonostante ci avessero provato, soprattutto dopo il periodo della pandemia e i mesi del lockdown. «Con il lockdown si è chiuso ancora di più in sé stesso. Nel suo mondo. Violento a parole, ma non aveva mai aggredito nessuno. Abbiamo provato davvero a fare di tutto». Sul fronte opposto mamma Laura e papà Pietro Panzieri aspettano l’estradizione dalla Romania per di guardare in faccia l’amico che si è trasformato in omicida: «Tutto ciò che possiamo fare o dire è confidare nella giustizia» parla così papà Pietro. Un messaggio dove le sole parole che riesce a dire sono queste: «Posso solo dirvi che mio figlio era davvero il figlio che tutti vorrebbero. Persona d’oro di animo e cuore nobile. L’unica sua “colpa” è stata proprio quella di essere una persona altruista e generosa nelle sue azioni. Pier vedeva il buono in ogni cosa e anche in ogni persona. Amava la musica e amava gli animali. Con sé e ai suoi amici portava solo gioia e sapeva dare affetto e amore. Non meritava una fine così, ancora senza un perché, massacrato così dall’amico che conoscevamo fin da quando erano piccoli». Pier faceva una vita normale. «Perché a 28 anni - dice mamma Laura - hai tutta la vita davanti. Chi è stato deve farsi guardare in faccia ed essere guardato in faccia. Che ci dica il perché. Le persone devono vedere che cosa una persona può fare davvero a un’altra persona buona». 


L’abbraccio


A questo proposito il sindaco Matteo Ricci, dopo aver annunciato che nei prossimi giorni incontrerà il questore Raffaele Clemente per «complimentarmi personalmente dell’ottima e celere riuscita del caso, e per ringraziare, attraverso di lui, tutte le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine» ha espresso il desiderio di «abbracciare quando se la sentiranno la famiglia di Pierpaolo Panzieri. Il loro dolore è quello di una città intera». 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA