Omicidio Pesaro, arrestato un 38enne
«L'ho uccisa perché ho perso la testa»

La casa del delitto e la vittima
La casa del delitto e la vittima
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Domenica 15 Luglio 2018, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 10:11

PESARO - Risolto il giallo dell'omicidio di Pesaro, in via Pantano. In manette è finito un amico della vittima e del suo compagno, un 38enne di nazionalità marocchina, regolare in Italia. E' questo l'esito delle serrate indagini della squadra mobile sull'omicidio di Sabrina Malipiero, 52 anni, commessa in un supermercato.
 

 



Dopo un pomeriggio e una notte di riscontri investigativi e interrogatori, poco dopo l'alba di oggi è stato firmato un provvedimento di fermo da parte dei pubblici ministeri Silvia Cecchi e Fabrizio Giovanni Narbone.
Pressato dalle domande degli investigatori, Zakaria Safri è crollato e ha reso una confessione ai magistrati assistito dal suo avvocato. Il 38enne, in Italia da molti anni, quella mattina sarebbe dovuto partire per Milano con il compagno convivente di Sabrina Malipiero, un camionista con il quale collabora.

Il punto opaco delle indagini resta il movente, non chiarito. L'uomo ha parlato di un diverbio con la donna in seguito al quale ha detto di aver perso la testa fino alla violenza efferata: «Non ricordo cosa sia accaduto, non ero più io». Un diverbio probabilmente provocato dall'assunzione di cocaina avvenuta pochi minuti prima. La donna è stata picchiata e colpita alla gola con una lama, che è tra i coltelli da cucina sequestrati nella casa dalla polizia.

La procura esclude che i due avessero una relazione sentimentale e attualmente non ha elementi per qualificare il delitto come femminicidio.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'omicidio della donna, trovata senza vita in casa a mezzogiorno di sabato dal figlio, sarebbe avvenuto alle 16 di venerdì. Mezz'ora prima il 38enne era entrato in casa della donna, per chiederle la disponibilità dell'auto che lei era solita prestargli.

L'uomo in un primo momento ha tentato di difendersi sostenendo che sarebbe giunto nella casa dopo il delitto e avrebbe cercato di salvare la donna trovata agonizzante. Perciò le tracce di sangue sui suoi vestiti. Ma poi ha ammesso le sue responsabilità.

Prima di scappare ha preso alcuni oggetti dalla casa e la chiave dell'auto della donna, con cui si è allontanato per un paio di chilometri, per recarsi a casa sua. Perciò oltre al reato di omicidio gli viene attribuito anche quello di furto. Risulta che il fermato in passato sia stato denunciato per droga, ma al processo è stato assolto.

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