URBINO - Ambera Saliji, a testa bassa come sempre, entrata per la porta principale del Tribunale di Urbino in mezzo a macchine fotografiche e cineoperatori, dopo la lettura della sentenza che la condannava a 5 anni per “concorso anomalo in omicidio volontario e aggravato”, è uscita da una porta secondaria. La ragazza che ha 22 anni è accusata di avere attirato in una trappola Ismaele Lulli, ucciso a 17 anni nel 2015 da Igli Meta e Marjo Mema, già condannati all'ergastolo con sentenza definitiva. La Saliji ha preferito, «comprensibilmente scossa» come ha dichiarato il suo avvocato Giovanni Chiarini, evitare taccuini e flash.
Nel settembre scorso, nel processo con rito abbreviato, il pm Irene Lilliu aveva chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi e nella sua richiesta di pena, il pm aveva previsto le attenuanti generiche che si basavano sulla collaborazione dell’imputata che non si sottrasse alle richieste del Giudice e non ha mai lasciato l’Italia.
Le attenuanti
Tenne conto anche della giovane età, 19 anni, di Ambera all’epoca della drammatica vicenda e del fatto che non sia stata sua l’iniziativa di mandare il messaggio esca a Ismaele.
La difesa
«Ritengo ancora e sono convinto che Ambera sia del tutto incolpevole. Non si sarebbe mai immaginata ciò che poi è accaduto. Quando inviò quel messaggio – rimarca l’avvocato della difesa Giovanni Chiarini – Igli Meta l’aveva tranquillizzata dicendole che voleva solo parlare con Ismaele. E’ già un segnale che il giudice Massimo Di Patria abbia dato una pena inferiore rispetto a quella richiesta dal pm. Impugnazione della sentenza? Certo. Vedremo le motivazioni della condanna che non ci aspettavamo e poi avremo 45 giorni per depositare l’atto di appello». «E’ la conferma – aggiunge Salvatore Asole, difensore di Igli Meta – che avevo ragione e che Ambera andava indagata fin dall’inizio e una serie di atti utilizzati a suo tempo non potevano essere usati. Ora si pone un problema di un carattere giurisprudenziale».