Pesaro non è la nuova Wuhan ma nel sit-in alla Torraccia contro il biolab c'erano oltre 6mila persone. Ecco chi erano gli assenti

Oltre 6mila a Torraccia contro il biolab ma Pesaro non è la nuova Wuhan. Assenti giovani e pesaresi
Oltre 6mila a Torraccia contro il biolab ma Pesaro non è la nuova Wuhan. Assenti giovani e pesaresi
di Simonetta Marfoglia
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 15:37

PESARO Una marea umana ha invaso il Primo Maggio Torraccia, oltre 6mila manifestanti per dire no al biolaboratorio di livello 3 da realizzare tra via Grande Torino e via Furiassi. Più del doppio dei partecipanti preventivati dagli organizzatori, arrivati a Pesaro da tutt’Italia, dal Veneto alla Calabria, dalla Sardegna alla Liguria e nessun incidente nell’area magmatica di piazzale Stefanini. Un successo da sbandierare come gli 8mila free vax del luglio 2017 al Miralfiore, eppure in coda non sono mancati frizioni tra alcuni partecipanti e organizzatori, tastabili nei discorsi finali ai piedi del palco e che si possono concretizzare in un risultato speculare, solo apparentemente contraddittorio: un trionfo la manifestazione, un flop il corteo.

 
Già: il corteo, che doveva essere il climax di una lunga e attesa giornata iniziata a metà mattina, ha deluso le aspettative. Ma la pioggia non c’entra. Per disposizioni di ordine pubblico la sfilata si è concentrata ad anello nella zona della blindatissima Vitrifrigo, ma Pesaro e i pesaresi affaccendati nel rito del Primo Maggio non l’hanno vista. Seguita magari con un occhio sui social ma non de visu. No, non c’è stato l’effetto “quarto stato”, la fiumana iconica che passa, attraversa e convince la città come invece si auguravano molti dei partecipanti. Da qui la delusione, accentuata dall’assenza di due categorie ritenute fondamentali per la cassa di risonanza della causa: i giovani e i pesaresi. Beninteso, c’erano tante comitive, tantissime famiglie e moltissimi militanti della composita galassia che dai no vax arriva al Popolo delle partite Iva, ma i ragazzi, quelli che magari poi scendono in piazza per il clima, erano altrove. 

I comitati locali


E poi i pesaresi: all’appuntamento sono arrivati i comitati locali che per primi hanno iniziato la battaglia, tra cui soprattutto i residenti di Torraccia che si oppongono al Bsl di livello 3 in quanto ritengono la zona poco idonea per la doppia vicinanza a case e fiume Foglia. Ma, a voler fare una botta di conti, attenendosi alle cifre che si rincorrono nelle chat, alla fine saranno stati poco più di 100, molto meno dei poliziotti presenti: 180 provenienti non solo dalla Questura, svuotata in toto, ma anche dall’Emilia e dal Veneto. E a voler contare carabinieri, polizia locale e guardia di finanza, lunedì l’intero territorio di Pesaro è stato presidiato da 250 rappresentati delle forze dell’ordine (tra cui anche discreti passaggi di controllo sotto casa del sindaco Matteo Ricci).Una lunga giornata che alla fine si è conclusa senza incidenti. Un risultato ottimale per lo sforzo profuso ma mai scontato all’atto pratico, anche perchè le forze dell’ordine temevano il rischio di infiltrati all’interno di un corteo sulla carta pacifico.
Manipoli di gruppi anarchici e antimilitaristi che potevano creare disordini, tafferugli o peggio.

E’ la stessa Prefettura a confermare i dubbi della vigilia. Il prefetto Emanuela Saveria Greco ieri ha tenuto a sottolineare che «l’opera di paziente mediazione svolta dal questore Raffaele Clemente e dai suoi collaboratori prima della manifestazione, nonché l’articolata ed efficace costruzione dell’impianto di controllo del territorio durante lo svolgimento della stessa, attesa la delicata materia di discussione e la presenza di soggetti appartenenti all’area anarchica e antimilitarista, hanno dato ottimi risultati, consentendo ai numerosi manifestanti di protestare in sicurezza e agli altri cittadini di trascorrere in tranquillità il Primo Maggio».

Cosa succede ora


E adesso che succede? La protesta di Torraccia mirava ad avere un effetto domino: fermare il biolaboratorio di Pesaro e poi gli altri previsti in Italia. Ma il Comune anche di recente ha tenuto a ribadire che venderà il terreno all’Istituto zooprofilattico subito dopo aver acquisito il parere del Tar a cui si è rivolto dopo il ricorso presentato al presidente della Repubblica da una delle associazioni che sostengono la battaglia dei comitati. Per ora l’unica conseguenza potrebbe essere la mail bombing annunciata dal palco all’indirizzo del Comune.

Chiarezza sui laboratori

Last but non least facciamo chiarezza e sfatiamo subito un timore: Pesaro non sarà Wuhan. I laboratori si suddividono in livello di base (Livello di Biosicurezza 1 e 2), di contenimento (Livello di Biosicurezza 3) e di massimo contenimento (Livello di Biosicurezza 4). Pesaro è di livello 3, Wuhan 4. I laboratori di livello 3 studiano microrganismi (dai virus ai batteri) e sulla carta una struttura del genere deve garantire «sperimentazioni e manipolazioni, in vivo e in vitro, di agenti virali pericolosi per la salute animale e dell’uomo in condizioni di massima sicurezza e contenimento biologico». Questo è il punto più discusso per la futura struttura di Torraccia ma su cui ha già risposto Vincenzo Caputo, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Umbria-Marche “Togo Rosati” sentito in audizione in Comune e in Regione. In sostanza ha più volte ribadito che non ci sarà nessuna sperimentazione o manipolazione genetica perché non rientra nei programmi dell’ente, ma verranno realizzati stabulari contumaciali, ovvero delle stalle per la quarantena, attrezzate per accogliere e trattare animali malati e infetti, e con patologie sospette da studiare e circoscrivere. Il cosiddetto livello Bsl 3 serve a svolgere questo servizio in sicurezza per il personale che vi lavora. Il livello di contenimento 3 richiede la dotazione di misure di sicurezza strutturali con, per esempio, locali separati, divisi da porte interbloccate e di un sistema di ventilazione con circolo d’aria indipendente. Attualmente il laboratorio ubicato in via Canonici è un Bsl 2 ma non è più in regola con i parametri europei e lo Zooprofilattico necessita di una struttura nuove e più moderna. L’ha individuata a Torraccia su un’area comunale di circa 12mila metri quadrati.
 

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