Nuova azienda ospedaliera, sindacati sul piede di guerra: «Acquaroli dia risposte chiare o pronti alla mobilitazione»

Nuova azienda ospedaliera, sindacati sul piede di guerra: «Acquaroli dia risposte chiare o pronti alla mobilitazione»
Nuova azienda ospedaliera, sindacati sul piede di guerra: «Acquaroli dia risposte chiare o pronti alla mobilitazione»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Ottobre 2022, 15:17 - Ultimo aggiornamento: 15:18

Le organizzazioni sindacali FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL, Fial, Nursing Up del Territorio di Pesaro - Urbino, unitamente alle Rsu dell'Area Vasta 1 e dell'Azienda Ospedaliera Marche Nord, preso atto della convocazione del 8 novembre al Servizio Salute della Regione Marche, per il confronto sulla riorganizzazione degli enti del Servizio Sanitario Regionale, in particolare della costituenda Azienda Sanitaria Territoriale di Pesaro - Urbino, intendono rappresentare al presidente della Regione Marche, all'assessore alla Salute ed al Dirigente dell'ARS, tutte le preoccupazioni dei lavoratori delle due aziende, sull'iter procedurale in atto per la creazione della nuova Azienda e le possibili conseguenze sui servizi attualmente erogati alla cittadinanza.

Contratti in scadenza e budget


Sindacati ed Rsu «congiuntamente, a pochi giorni dalla scadenza del 31 ottobre disposta dalla Legge regionale delle Marche n° 19 dell'8 Agosto 2022, esprimono forti dubbi sulla mancata informazione preventiva relativa al budget assegnato, al tetto di spesa del personale e dei fondi contrattuali (straordinario assegnato, copertura pronta disponibilità, sostituzione delle assenze di personale a vario titolo) che a nostro avviso dovrebbe essere la naturale sommatoria delle due realtà preesistenti - si legge in una articolata nota firmata FP CGIL V. Sciumbata, CISL FP A. Contadini, UIL FPL A. Aucello, FIALS C. Acacia, NURSING UP G. Magro, RSU AV1 D. Antoniucci e RSU AOORMN V. Lanno - . Tali preoccupazioni sono per di più accentuate anche dall'imminente scadenza dei contratti di lavoro a tempo determinato del personale Sanitario e Socio Sanitario al 31 dicembre 2022, disposta dal dirigente del Servizio Salute Regionale. Per la provincia di Pesaro - Urbino parliamo della perdita complessivamente di almeno 70 Infermieri, 30 Operatori Socio Sanitari, più altre figure di professionisti, quali ostetriche, tecnici di laboratorio, di radiologia, fisioterapisti, in scadenza contrattuale, senza dimenticare il mancato rinnovo dei contratti di molti operatori tecnici ed amministrativi, già disposti dal mese di settembre scorso; oltre al completamento delle procedure di stabilizzazione del personale precario ai sensi delle normative vigenti, ivi compreso, il personale che ha maturato il requisito della Legge 234/2021 "assunzioni per emergenza Covid-19"».

La mobilitazione


Le conseguenze, oltre alla perdita di posti di lavoro, per i sindacati porterebbero inevitabilmente ad una contrazione drastica dei servizi sanitari e comunque nell'ipotesi più ottimistica ad una loro rimodulazione o ad accorpamenti, con conseguente aumento dei carichi di lavoro per il personale in servizio, già privato dei normali riposi, ferie ed altri istituti contrattuali, compromettendo, di fatto le richieste ai bisogni di salute espressi dalla cittadinanza.
«Ricordiamo che Pesaro - Urbino è la provincia con il minore numero di posti letto per acuti, ben al di sotto della media regionale e nazionale, con la spesa sanitaria pro capite più bassa all'interno della regione. Per tanto, la prevedibile distribuzione ed allocazione delle risorse umane e finanziarie conseguenti alla nuova organizzazione degli enti del SSR, a parere delle scriventi, deve avvenire tramite lo stanziamento di risorse aggiuntive e non secondo mere logiche di compensazione tra Province. Per quanto su menzionato le Organizzazioni Sindacali di Pesaro - Urbino e le RSU attendono risposte chiare e concrete nell'incontro regionale del 8 novembre. In difetto, su delega dei lavoratori, si comunica sin da ora, che saranno intraprese forme di mobilitazione ed iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, con il coinvolgimento attivo della cittadinanza».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA