Commissario Ast 1, è scontro aperto sulla nomina di Capalbo: l'appoggio della Lega, le critiche di Forza Italia e Fdi

Commissario Ast 1, è scontro aperto sulla nomina di Capalbo: l'appoggio della Lega, le critiche di Forza Italia e Fdi
Commissario Ast 1, è scontro aperto sulla nomina di Capalbo: l'appoggio della Lega, le critiche di Forza Italia e Fdi
di Lorenzo Furlani
4 Minuti di Lettura
Martedì 3 Gennaio 2023, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 13:01

PESARO - È scontro politico aperto sulla nomina di Maria Capalbo alla guida della nuova Azienda sanitaria territoriale di Pesaro Urbino. Il dissenso espresso all’interno della giunta regionale sulla delibera dell’assessore alla salute Saltamartini, che ha designato in extremis il 31 dicembre scorso i commissari straordinari delle 5 Ast provinciali, diventate operative il primo gennaio, ha portato alla luce le divergenze nella coalizione di centrodestra sulla scelta del management che dovrà implementare la riforma regionale nel territorio cruciale, ossia quello della provincia pesarese, l’unico in cui devono essere integrati strutture, servizi o personale delle due aziende soppresse: Marche Nord e l’Asur per quanto riguarda l’Area vasta 1.

Gli incarichi precedenti

Maria Capalbo è sostenuta dalla Lega, il partito di Saltamartini.

Nominata nel 2015 dall’ex governatore Ceriscioli alla guida di Marche Nord e già direttrice dell’Area vasta 1 dal 2011 con l’ex assessore alla sanità Mezzolani, fino al 2020 era percepita come una dirigente organica al Pd, come prova anche il disappunto espresso da alcuni esponenti del partito (in particolare il sindaco di Pesaro Ricci e il consigliere regionale Carancini) per la disinvoltura con la quale, nella consultazione in Regione sulla riforma, ha abbracciato la scelta del centrodestra di sopprimere l’azienda ospedaliera pesarese operativa dal 1995. 

Il traghettamento di Ceriscoli

In realtà ci sarebbe stato un traghettamento: nell’ambiente politico si narra di un accreditamento di Capalbo presso la Lega compiuto direttamente dall’ex governatore Ceriscioli in un incontro elettorale svoltosi alla presenza del commissario regionale del partito Marchetti. Tanto che nelle occasioni pubbliche (l’ultima la recente inaugurazione al Santa Croce della nuova Tac) Saltamartini ha sempre esaltato l’attività di Marche Nord, non diversamente da quanto facesse a suo tempo Ceriscioli, nonostante proprio lui e la sua maggioranza abbiano deciso di estinguere l’azienda ospedaliera.

Le diverse valutazioni

In ogni caso, tra gli alleati di governo le valutazioni sono molto diverse. Nell’ultima riunione della giunta regionale (slittata dal giorno precedente quando Acquaroli era assente), in cui sul nome di Maria Capalbo sono volati stracci, il più netto nell’esprimere critiche è risultato Stefano Aguzzi, assessore esterno di Forza Italia. Tuttavia sono note da tempo le riserve degli esponenti di Fratelli d’Italia del territorio sulla gestione di Marche Nord e sull’operato della direttrice, designata a suo tempo per realizzare il progetto dell’ospedale unico di Pesaro, che è stato affossato dal centrodestra.

La mobilità passiva

Nella discussione in giunta è stato evidenziato come il nome dell’ex direttrice sia divisivo sul territorio e soprattutto come l’azienda pesarese non abbia raggiunto l’obiettivo di frenare la mobilità passiva (nell’anno pre Covid si registrarono oltre 7mila ricoveri fuori regione di residenti nei distretti di Pesaro e Fano a fronte di poco più di 1.400 ricoveri a Marche Nord di pazienti non marchigiani).

Segnalato anche il criterio della rotazione degli incarichi, tanto più per un’azienda che dovrà ridurre il numero di dipartimenti e strutture, secondo l’ispirazione della riforma, e che perciò richiede un management non condizionato dalle scelte compiute nel passato. Interpellato sulla questione, l’assessore regionale Aguzzi preferisce non commentare. «C’è stata una discussione articolata e complessa» si limita a dire.

La nomina è passata per il vantaggio di mettere subito all’opera una manager che conosce la realtà locale, ma le riserve espresse appaiono come un macigno sulla via del bando per il direttore generale.

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