PESARO - «Il Museo nazionale Dario Fo e Franca Rame a Rocca Costanza non si tocca». Un’operazione garantita qualche anno fa dall’ex ministro Dario Franceschini, da quasi 8 milioni di euro, di cui quasi 2,4 milioni previsti del Ministero della Cultura e il resto per effetto dell’accordo siglato tra Agenzia del Demanio, Ministero della Cultura-Direzione Generale degli Archivi e il Comune di Pesaro. Un investimento che ora il Movimento Cinque Stelle di Pesaro vuole difendere.
Cultura ma non tanto
«Strano concetto di cultura quello della destra - afferma il consigliere comunale pentastellato Lorenzo Lugli - Apprendiamo dalla cronaca locale dell’incontro all’Hotel Excelsior, che il sottosegretario del Mef Lucia Albano, avrebbe intenzione di contrastare la realizzazione del Museo Nazionale dedicato a Dario Fo e Franca Rame, raccogliendo a suo dire, le “tante sollecitazioni che le sono giunte” ci chiediamo da parte di chi.
Incalza Lugli in una nota: «Questa destra arrogante dimostra una volta in più la sua ignoranza e il suo disprezzo per la cultura, per la memoria e per il territorio».
La valenza
«Il museo Fo-Rame sarà infatti un polo di attrazione turistica e di formazione artistica, che ospiterà le opere d’arte del Premio Nobel, i materiali dell’archivio creato da Franca Rame, spazi per eventi e laboratori, e anche l’Archivio di Stato. Un progetto che ha ricevuto il sostegno di intellettuali, giornalisti, attori, cantanti e autori, e che rende omaggio al legame tra Dario Fo e la città di Pesaro, dove ha lavorato per diversi anni. Baiocchi e la sua parte politica - continua Lugli - si oppongono a un’opera di riqualificazione di un bene storico e culturale che contribuirà a rilanciare la città di Pesaro, candidata a Capitale italiana della Cultura nel 2024. Un’opera che era stata promessa cinque anni fa a Dario Fo dal Ministro della Cultura Franceschini, e che ora rischia di essere bloccata da un’ostilità ingiustificata e miope, che non rappresenta il sentimento di una regione che vanta una ricca tradizione culturale e artistica, e che merita di avere un vero museo per Dario Fo e Franca Rame».
«Questa - conclude Lugli - è l’ennesima dimostrazione di come la destra voglia distruggere la cultura, soprattutto se libera e progressista, come quella rappresentata da Fo e Rame. Una cultura che non si piega ai poteri forti, che denuncia le ingiustizie sociali e difende i diritti dei più deboli. Una cultura che non va dimenticata, ma valorizzata e tramandata alle nuove generazioni».
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