Murales sui palazzi del centro di Pesaro. «Bloccate tutto, sono facciate storiche»

Murales sui palazzi del centro storico. «Bloccate tutto, sono facciate storiche»
Murales sui palazzi del centro storico. «Bloccate tutto, sono facciate storiche»
di Miléna Bonaparte
3 Minuti di Lettura
Martedì 30 Maggio 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 15:16
PESARO «Niente murales e graffiti in centro storico perché incompatibili con gli aspetti storici, architettonici e paesaggistici che contraddistinguono questo luogo tutelato. Non sembra una città reale, Pesaro, ogni bizzarria è dietro l’angolo, a discapito della cultura già provata da tanti interventi sbagliati». Rifiutano in maniera tassativa i colorati disegni della street art sopra le facciate della zona antica, i militanti del comitato cittadino e alcuni appassionati di memorie locali. Quelle pareti e quei mattoni sono vincolati. E non si toccano. 


Gli insorti chiedono alla Soprintendenza di bloccare il progetto del Comune, a maggior ragione se ne fosse già venuta a conoscenza. Una levata di scudi contro l’idea di affidare alcuni edifici pubblici e privati al talento dei giovani artisti di strada che, a suon di bombolette spray, stencil, colori acrilici e pennelli, hanno il compito di rivitalizzare le zone centrali rimaste nell’ombra.

 
L’anello urbano


Il progetto interessa l’anello urbano delle vie Mazza, Castelfidardo, Passeri, piazzale Innocenti e corso XI Settembre, cioè l’area compresa nel programma di riqualificazione Pinqua-Pnrr. Nessun pregiudizio contro gli abili eredi di Banksy, ma il cuore antico di Pesaro è tutelato. Ben venga la street art in sottopassaggi, scalinate, marciapiedi, cavalcavia, pareti di cemento, mattoni di edifici comuni, come ad esempio a Lione, ma nei luoghi secolari è proibito intervenire. Si sono scatenati sui social in particolare gli esponenti del comitato ”Pesaro città d’arte e cultura” che hanno scritto all’assessore alla Bellezza, il vicesindaco Daniele Vimini, rivolgendo al tempo stesso un appello al ministero dei Beni culturali, alla Soprintendenza e all’Unesco. 


La normativa


«I murales in centro storico sono un progetto insensato - denuncia Roberto Malini, cofondatore del comitato -, si possono realizzare interventi simili in un sobborgo cementificato e in spazi urbani senza antiche memorie, ma non tra il cardo e il decumano di Pesaro.

Il Codice dei beni culturali impedisce che si modifichi l’aspetto di edifici e opere architettoniche. Abbiamo messo la Soprintendenza di fronte alle sue responsabilità ed è stato necessario sollecitare anche il Ministero e altri organismi perché intervengano al più presto contro l’invasività di un progetto che va contro le normative di tutela». 


La tutela


Il centro «deve essere difeso da qualsiasi intervento che non ne valorizzi l’aspetto legato all’epoca della sua edificazione - rilancia l’appello Malini -, bisogna proteggere ogni muro antico secondo quanto prevede il Codice dei beni culturali, a partire ovviamente dal complesso della Misericordia o delle Zoccolette, espressione degli architetti Lazzarini e Bicciaglia, e dai pregiati edifici dell’area in questione che risalgono ai secoli XV, XVI e XVII». Lo studioso e scrittore Goffredo Malaterra è altrettanto categorico: «Mi ribello a questa idea che è assolutamente contraria alla cultura. Ho intitolato il mio post ”Pesaro addio”. Tra le vie Mazza e Castelfidardo scorreva l’antico letto del Foglia, ancor prima che arrivassero i Romani a fondare la città nel 184 a.C., e non c’è nemmeno uno straccio di cartello. Sempre nella zona sorgono due grosse costruzioni in pietra, innalzate dagli antichi Piceni nel 510 a.C. che dormono abbandonate al degrado sotto un misero tettuccio di lamiera nel cortile della scuola Don Gaudiano». 


L’alternativa


«Invece di realizzare moderni murales - prosegue - seppellendo l’identità storica di Pesaro, mettiamoci a restaurare l’importante reperto che precedette il Partenone di Atene di oltre mezzo secolo. Cosa dire poi delle mura romane in via delle Galligarie? Se ci fosse un pannello si potrebbero raccontare che furono innalzate una prima volta nel 174 a.C., incrementate nel 270 d.C., dimezzate dagli Ostrogoti e ricostruite dai Bizantini a metà del VI secolo. Insomma c’è racchiusa tutta la nostra storia antica in questo angolo di centro storico».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA