Dichiara un affitto che non paga più: la furbetta del reddito di cittadinanza dovrà restituire migliaia di euro

Montelabbate, dichiara un affitto che non paga più: la furbetta del reddito di cittadinanza dovrà restituire migliaia di euro
Montelabbate, dichiara un affitto che non paga più: la furbetta del reddito di cittadinanza dovrà restituire migliaia di euro
3 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Aprile 2021, 11:34

MONTELABBATE - Aveva dichiarato di pagare 600 euro al mese di affitto così da far crescere di 300 euro il suo reddito di cittadinanza. Peccato che il contratto fosse stato già risolto: la furbetta del reddito di cittadinanza è stata però scoperta.

Coronavirus, 272 nuovi positivi nelle Marche: i numeri frenano, ma ecco dove il contagio corre/ La mappa dell'epidemia

Si tratta di una donna di 48 anni di Montelabbate, incastrata dai controlli della Finanza portati avanti in collaborazione con l'Inps. È stata denunciata e segnalata all'Inps, a cui dovrà restituire circa 3mila euro.

Aveva ricevuto per dieci mesi circa 300 euro in più di reddito di cittadinanza per un totale di circa 3.000 euro, ma nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) aveva comunicato in modo non veritiero di pagare un canone di locazione di 7.200 euro annui, il cui contratto era in realtà già risolto.

Una quarantottenne di Montelabbate è stata smascherata e denunciata dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Pesaro. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle, svolti in sinergia e collaborazione con l’INPS, hanno infatti permesso di appurare che quanto dichiarato nell’istanza presentata al citato Istituto non corrispondeva totalmente al vero, avendo la donna dichiarato di essere residente, in qualità di “locatario”, presso un immobile ubicato in Pesaro e di versare, al proprietario dell’immobile, un canone annuale pari a euro 7.200,00. In realtà, le indagini esperite hanno evidenziato una risoluzione anticipata del contatto di locazione certificata dallo stesso “locatore”, una signora di Pesaro, con l’invio di una richiesta telematica all’Agenzia delle Entrate. Tale dato non veritiero ha inficiato il requisito reddituale e, quindi, il valore complessivo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), consentendo alla persona di percepire indebitamente per 10 mesi, da aprile 2019 a gennaio 2020, una parte di reddito di cittadinanza non spettante (c.d. quota b.), pari a circa 300 euro mensili, per un importo complessivo di circa € 3.000. Pertanto, il soggetto controllato è stato segnalato sia all’Autorità Giudiziaria, per aver indebitamente percepito erogazioni a danno dello Stato, che all’Inps competente per il recupero della parte della somma complessivamente incassata non dovuta. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA