Emergenza climatica, sit in contro il progetto del lago sul monte Acuto da un milione di euro per la neve artificiale

Emergenza climatica, sit in contro il progetto del lago sul monte Acuto da un milione di euro per la neve artificiale
Emergenza climatica, sit in contro il progetto del lago sul monte Acuto da un milione di euro per la neve artificiale
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 4 Luglio 2022, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 11:48

CAGLI - È un progetto che ha un profilo paradossale, perché prevede la costruzione di un bacino idrico per l’innevamento artificiale a una quota relativamente contenuta (1.450 metri sul livello del mare) laddove i cambiamenti climatici in atto mantengono alla nostra latitudine a quell'altezza le temperature invernali quasi sempre sopra lo zero termico in un territorio che soffre di una conclamata crisi idrica.

La sciagura avvenuta ieri sulla Marmolada con il distacco di un esteso pezzo di ghiacciaio ha tragicamente dimostrato quanto siano già profondamente cambiati gli ecosistemi montani per l'emergenza climatica. Eppure, quel progetto sul monte Acuto, a servizio delle attività sciistiche del comprensorio del Catria, è stato finanziato dalla Regione Marche nella scorsa legislatura quasi con un milione di euro (per la precisione 899mila) erogato al Comune di Frontone, mentre l'attuale amministrazione regionale ha concesso la proroga di un anno per i lavori che avrebbero dovuto iniziare entro il 17 luglio di un anno fa.

Appello all’Unione montana


Nell’estremo tentativo di fermare l’opera, un sit in di protesta è stato organizzato nella piazza centrale di Cagli dall’alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane, formata da Club alpino italiano, Enpa, Federazione pro natura, Gruppo di intervento giuridico, Italia nostra, Lega abolizione caccia, Lega anti vivisezione, Legambiente, Lipu, Lupus in Fabula, Salviamo il Paesaggio, Wwf.

Un centinaio di attivisti si è ritrovato in piazza Matteotti tappezzata nel perimetro da striscioni tanto ampi quanto espliciti: “No Lago”, “Milioni sprecati – basta scempi”, “No impianti – Catria libero”.

In particolare, gli ambientalisti da anni conducono una tenace battaglia, che presenta tuttora strascichi giudiziari, contro l’oneroso (per le finanze pubbliche) potenziamento degli impianti e delle piste da sci sul Catria, che ha comportato anche lo sradicamento di 3 ettari di faggeta.

In piazza anche i giovani di Fridays for future


A riprova di quanto la protesta prenda piede, gli organizzatori segnalano la significativa presenza sabato a Cagli dei giovani del movimento Fridays for future e di Extinction ribellion. La manifestazione è stata inscenata nella cagliese piazza Matteotti perché entro pochi giorni sul progetto dovrebbe esprimersi l’Unione montana del Catria e del Nerone, che ha sede a Cagli ed è competente per la valutazione di incidenza. L’area in cui è progettato il lago, grande come un campo di calcio e profondo fino a 7 metri, infatti, è soggetta a vari vincoli ambientali, floristici e paesaggistici.

Sradicati 3 ettari di faggeta


I manifestanti hanno chiesto a gran voce all’Unione montana di bocciare il progetto, non concedendo la compatibilità ambientale, e alla giunta della Regione Marche di revocare il finanziamento. «Altrimenti un ulteriore squarcio - affermano i promotori del sit in - si aggiungerà a quelli già perpetrati a futura memoria dell’insipienza degli amministratori locali (Regione, Provincia e Comune), che invece di preservare la bellezza e le potenzialità ambientali del massiccio del Catria hanno deciso di consegnarlo al guadagno immediato di pochi».

Il bacino idrico, che verrà alimentato dall’acqua piovana e da alcune fonti naturali, sarà a uso esclusivo degli impianti da sci e non anche degli animali al pascolo o del consumo umano.

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