PESARO Con il deposito del mazzo di chiavi dell'abitazione confiscata e venduta all'asta, da ieri mattina in mano al custode giudiziario quindi alla nuova proprietaria, il papà di Alessandro, Giuseppe Moneti, dice di essersi levato un fastidioso dente del giudizio e che il triste epilogo della consegna della casa rappresenta anche l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa. «Il Comune poteva fare di più - è l'incipit dello sfogo -, ci hanno proposto stanze d'albergo inadatte a un disabile, non ce lo aspettavamo da un'Amministrazione di sinistra che dice di avere a cuore i più deboli». Davanti all'ingresso della palazzina gialla, in strada per Soria, c'era tutta la famiglia tranne il piccolo Leonardo ancora a scuola. I genitori e il giovane agricoltore in sedia a rotelle, 26 anni, che sogna un trattore per lavorare la terra e gambe "nuove" sulle quali sorreggersi.Supporter Anna Menghi, consigliere regionale della Lega.
Arrivano gli avvocati
Attorno alle 11 è arrivato l'avvocato Pratelli che per conto del Tribunale ha condotto l'estenuante trattativa durata circa due mesi.
Giuseppe era senza freni: «Ci aspettavamo qualcosa di più dal Comune, non è vero che hanno fatto 15 proposte di alloggio dove trasferirci in attesa dell'abitazione in affitto nel quartiere di Loreto, libera dal 15 maggio per i lavori e da contratto a partire dal 1º giugno. Almeno questi sono gli accordi. I servizi sociali avevano fatto l'ipotesi dell'hotel San Marco e di residence a Canavaccio e Mombaroccio, soluzioni inadatte a un ragazzo disabile. Mentre il prefetto Emanuela Saveria Greco e il questore Raffaele Clemente hanno sempre dimostrato comprensione e buon cuore, non altrettanta umanità abbiamo ricevuto dal Comune». I Moneti si sono lamentati nei confronti dell'assessore Pandolfi e del sindaco Ricci che avrebbero manifestato indifferenza.
Il sostegno
«In Comune ci hanno criticato perché abbiamo scelto un percorso di riabilitazione costoso per Alessandro vicino a Macerata - affermava Giuseppe -, noi lo facciamo perché si vedono risultati inimmaginabili. Il Comune deve aiutare le famiglie in difficoltà, questo atteggiamento non si addice a un'amministrazione di sinistra che si professa attenta alla solidarietà. C'è stata troppa leggerezza, tanto è vero che la casa l'abbiamo trovata con le nostre forze grazie all'aiuto dei parenti. Un ringraziamento invece va al prefetto Greco e al questore Clemente per la loro opera di mediazione che ci ha sempre precluso l'intervento delle forze dell'ordine. Riconoscenza infine all'assessore Belloni, ci ha aiutato tanto»
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