Pesaro, Moneti ha consegnato le chiavi di casa. Lo sfogo del papà contro il Comune: «Siamo come accampati»

Pesaro, Moneti ha consegnato le chiavi di casa. Lo sfogo del papà contro il Comune: «Siamo come accampati»
Pesaro, Moneti ha consegnato le chiavi di casa. Lo sfogo del papà contro il Comune: «Siamo come accampati»
di Miléna Bonaparte
4 Minuti di Lettura
Martedì 18 Aprile 2023, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 20:16

PESARO Con il deposito del mazzo di chiavi dell'abitazione confiscata e venduta all'asta, da ieri mattina in mano al custode giudiziario quindi alla nuova proprietaria, il papà di Alessandro, Giuseppe Moneti, dice di essersi levato un fastidioso dente del giudizio e che il triste epilogo della consegna della casa rappresenta anche l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa. «Il Comune poteva fare di più - è l'incipit dello sfogo -, ci hanno proposto stanze d'albergo inadatte a un disabile, non ce lo aspettavamo da un'Amministrazione di sinistra che dice di avere a cuore i più deboli». Davanti all'ingresso della palazzina gialla, in strada per Soria, c'era tutta la famiglia tranne il piccolo Leonardo ancora a scuola. I genitori e il giovane agricoltore in sedia a rotelle, 26 anni, che sogna un trattore per lavorare la terra e gambe "nuove" sulle quali sorreggersi.Supporter Anna Menghi, consigliere regionale della Lega.

GUARDA IL VIDEOChiuso il caso della famiglia Moneti: Alessandro, sulla sedia a rotelle, consegna le chiavi della casa da cui sono stati sfattati. "Non ci sono nè vinti nè vincitori"

Arrivano gli avvocati

Attorno alle 11 è arrivato l'avvocato Pratelli che per conto del Tribunale ha condotto l'estenuante trattativa durata circa due mesi.

Poche parole formali e, prima di entrare in possesso delle chiavi, il legale ha voluto controllare come da protocollo che tutto fosse a posto nell'appartamento, libero dai mobili depositati in un magazzino in zona Campanara messo a disposizione dal Comune. Ma quando Giuseppe è rimasto solo con i suoi cari e si apprestava a tonare a casa di zia Beatrice, che è andata ad abitare dalla madre pur di lasciare tutto per loro l'appartamento affacciato sul Miralfiore, si trasformava in un fiume in piena. «Abbiamo scacciato un grosso pensiero che non ci faceva dormire - affermava il padre del disabile -, l'appartamento è sgomberato quasi completamente, sono rimasti pochi oggetti che passo a prendere dopo. Purtroppo nella nuova abitazione di mia cognata siamo come degli accampati, basti dire che è disponibile una sola camera da letto e il bagno con la vasca non può essere utilizzato da Alessandro, per aiutarlo a lavarsi devo andare da un parente che ha la doccia».

Giuseppe era senza freni: «Ci aspettavamo qualcosa di più dal Comune, non è vero che hanno fatto 15 proposte di alloggio dove trasferirci in attesa dell'abitazione in affitto nel quartiere di Loreto, libera dal 15 maggio per i lavori e da contratto a partire dal 1º giugno. Almeno questi sono gli accordi. I servizi sociali avevano fatto l'ipotesi dell'hotel San Marco e di residence a Canavaccio e Mombaroccio, soluzioni inadatte a un ragazzo disabile. Mentre il prefetto Emanuela Saveria Greco e il questore Raffaele Clemente hanno sempre dimostrato comprensione e buon cuore, non altrettanta umanità abbiamo ricevuto dal Comune». I Moneti si sono lamentati nei confronti dell'assessore Pandolfi e del sindaco Ricci che avrebbero manifestato indifferenza.

Il sostegno

«In Comune ci hanno criticato perché abbiamo scelto un percorso di riabilitazione costoso per Alessandro vicino a Macerata - affermava Giuseppe -, noi lo facciamo perché si vedono risultati inimmaginabili. Il Comune deve aiutare le famiglie in difficoltà, questo atteggiamento non si addice a un'amministrazione di sinistra che si professa attenta alla solidarietà. C'è stata troppa leggerezza, tanto è vero che la casa l'abbiamo trovata con le nostre forze grazie all'aiuto dei parenti. Un ringraziamento invece va al prefetto Greco e al questore Clemente per la loro opera di mediazione che ci ha sempre precluso l'intervento delle forze dell'ordine. Riconoscenza infine all'assessore Belloni, ci ha aiutato tanto»

© RIPRODUZIONE RISERVATA