Arriva a Fano il monastero dei frati trappisti, nove anni per avviare la variante urbanistica. La zona della spiritualità

Arriva a Fano il monastero dei frati trappisti, nove anni per avviare la variante urbanistica. La zona della spiritualità
Arriva a Fano il monastero dei frati trappisti, nove anni per avviare la variante urbanistica. La zona della spiritualità
di Massimo Foghetti
3 Minuti di Lettura
Sabato 7 Gennaio 2023, 07:10

FANO - Risale al 2014 la prima istanza presentata al Comune di Fano dalla comunità monastica dei frati trappisti di Frattocchie, frazione del comune di Marino, a 20 chilometri da Roma, per la fondazione di un monastero in località Prelato, nei pressi di Monte Giove. 

Giunta subito favorevole

Sebbene la giunta di allora si fosse mostrata subito favorevole all’iniziativa, approvando solo dopo un mese rispetto alla richiesta un atto di indirizzo relativo alla ridefinizione urbanistica della zona interessata al nuovo complesso, la pratica è giunta inevasa fino all’altro ieri, quando l’attuale esecutivo con una propria delibera ha deciso di riporvi le mani approvando un secondo atto che dovrebbe riattivare l’iter amministrativo con la definizione di una variante. 

La ricerca della quiete

Non è che l’istanza dei frati, intenzionati a fuggire dalla vita convulsa in cui si trova attualmente la loro sede in provincia di Roma per vivere in un contesto isolato e tranquillo come quello del Prelato, avesse trovato una via del tutto spianata.

L’idea di consentire la costruzione di un intero complesso edilizio nella zona vergine della collina antistante la città, dove fino ad oggi non è stato autorizzato nemmeno un capanno, ha fatto storcere la bocca ad alcuni; ma essendo l’area individuata, storicamente dedicata a insediamenti di carattere religioso (a due passi si trovano sia l’eremo di Monte Giove, sia la villa del Prelato) la giunta ha ritenuto di esprimere un parere favorevole di massima relativamente a quanto richiesto.

L’atto, tra l’altro, si avvale anche del parere favorevole espresso dalla Soprintendenza nel 2016. Nell’area che sarà oggetto di variante per una superficie di poco meno di 30.000 metri quadri, si prevede la costruzione sia del monastero che di una nuova chiesa, in più una casa colonica esistente sarà adibita a foresteria.

L'integrazione con l'ambiente

In realtà il progetto sembra inserirsi perfettamente nel contesto paesistico esistente, considerando che le attività svolte da detta comunità contemplano in maniera sensibile la coltivazione dei terreni di proprietà e dunque garantiscono la permanenza dell’uso storico e attuale dell’area e con esso i suoi caratteri peculiari. L’Ordine dei monaci cistercensi a cui appartengono i trappisti, si sviluppa e sorge dall’Ordine benedettino. In conseguenza di ciò sia dal punto di vista mistico che per quanto riguarda le costruzioni urbanistiche dei monasteri si ha come punto di rimando l’Ordine benedettino. Un ordine che mira ad una perfezione soprannaturale che possa provare un’inequivocabile presenza della spiritualità anche nell’architettura. 

Tre macro interventi

In base a quanto proposto nel progetto sono previsti tre macro interventi: la realizzazione del volume del complesso monastico; il riuso del volume esistente della casa colonica ed i suoi accessori da destinare a foresteria monastica; un’area parcheggio per l’accoglienza. L’immobile destinato alla residenza, avrà una rimessa e lo stoccaggio dei mezzi agricoli; in più è prevista anche un’area cimiteriale. Il tutto è stato dimensionato per accogliere un abate con i suoi quindici monaci e per un numero di novizi e fratelli laici che si occuperà dei contatti con il territorio.

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